La giunta respinge le accuse ideologiche evidenziando che in fondo l'albero è un simbolo pagano che ha poco a che fare col Natale cristiano (come le vetrine, ad esempio) e che i soldi risparmiati così verranno devoluti al fondo per il sostegno ai lavoratori in difficoltà (tra tutti si spartiranno insomma mille euro, quanto risparmierebbe il comune abbassando di un grado i termosifoni). L'opposizione incalza che dopo l'abolizione dell'albero di Natale i comunisti attaccheranno anche altri simboli della nostra tradizione: come l'aperitivo al Caffé della Borsa, il gelato di Viroli e il parcheggio in doppia fila davanti al bar Nereo.
L'amministrazione e gli ecologisti ribattono sostenendo a spada tratta la valenza del 'percorso educativo partecipativo' che prevede l'installazione in piazza Saffi di trenta 'alberi ecologici' realizzati con materiale di scarto per mostrare le possibilità del riciclo e del riuso (che, detto così, mette più depressione delle luminarie accese dai commercianti). Poi, passate le feste, ci penserà Hera a trovare una destinazione ecologicamente compatibile a tutto questo materiale: il fuoco.
* mia personale traslitterazione del romagnolo: ''Non si fa più l'albero di Natale in piazza? bene, così ci si può parcheggiare il Suv...''
3 commenti:
Che infinita tristezza... l'albero è un simbolo, a NY ne fanno uno enorme pieno di luci, noi non siamo Bloomberg City d'accordo, ma anche questa cialtronata del riciclo fa veramente scagareggiare (Philip Seymour Hoffman, "E alla fine arriva polly"). La classe politica di questa città sarebbe da rottamare, anche senza incentivi.
Nonostante le mie idee l'ironia su questo argomento è molto divertente, però Emanuele l'8 ti voglio vedere a commentare le creazioni (fatte anche dai bambini).
Piccolo particolare: ci siamo risparmiati l'abete, in compenso sotto al chiostro di San Mercuriale, per dar forma al cosiddetto bosco sponsored by Confcommercio, hanno ad occhio e croce sbragato mezze Foreste Casentinesi...
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