Il giornalista che rifà le bucce sull'ortografia a chicchessia dovrebbe muoversi sempre con estrema cautela. L'argomento è prelibato, d'accordo, ma lo stato della lingua nei quotidiani è così malandato che per mettersi in cattedra ci vuole proprio un bel coraggio. Fine della predica, veniamo all'esempio. Il pezzo 'Gli aspiranti avvocati scivolano sul paté d'animo' comparso oggi sulla Stampa di carta. L'autrice racconta gli obbrobri emersi dai compiti degli aspiranti avvocati all'esame professionale. 'Grammatica, sintassi, ortografia: siamo a livelli da scuola elementare' si lamentano i principi del foro in commissione d'esame, raccontando di bocciature a raffica (quando tutti sanno che basta la raccomandazione giusta per mondare anche il compito più scarso). E vai con la lista di strafalcioni: habbiamo, correzzione, c'è ne, patè d'animo, plurale magistratis. L'autrice non esagera con la gogna, lo concedo, però è facile rilevare che anche lei con gli strafalcioni non scherza. Notati al volo: E che si tratti di un TRENDY nazionale...; la creatività non ha LIMITATI.
Ma forse lo ha fatto di proposito per vedere se stavamo attenti. Lo faccio pure io, tutti i giorni, giuro.
Analisi del voto
1 settimana fa
1 commento:
ahah... il refuso più bello lo lessi un po' di anni fa sul Corriere. Il tal centravanti era pronto non per la fuga, ma per parola correlata da sostituzione di vocale. Mi figuravo lo scatto! Emilio
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