Si discute tanto di perdita di autorevolezza del giornalismo e di tramonto della stampa, di tracciabilità degli interventi in rete e di censura dei blog, ma pare di stare sulla luna rispetto ai dibattiti del mondo reale (?). Cioè quello dei politici di casa nostra. Tanto per dirne una ieri in consiglio comunale a Forlì si è discusso del nuovo regolamento comunale e dell'accesso della stampa e dei cittadini alle sedute. Non che ci sia una gran ressa per seguire i lavori dell'assise cittadina, ma è scoppiato persino il problema delle riprese televisive. Con una foga che farebbe andare in brodo di giuggiole Beppe Grillo c'è chi voleva limitare l'accesso ai soli giornalisti con tanto di tesserino: come si sa (e come Beppe Grillo sa o finge di non sapere) la maggior parte della gente che scrive sui giornali locali non ha affatto il magico tesserino. Con questa regola draconiana (e formalmente anticostituzionale) le cronache politiche del consiglio verrebbero probabilmente abbandonate dai giornali. C'è poi chi intenderebbe bloccare le riprese effettuate da privati cittadini (da un po' di tempo qualche stoico grillino riprende integralmente le sedute immaginando, beato lui, che qusto sia un gran servizio ai cittadini e alla trasparenza) e chi addirittura vorrebbe imporre alle tv di trasmettere integralmente i lavori (non voglio che i miei interventi siano tagliati ad arte per farmi dire quello che non voglio...). Insomma, un clima surreale dove, forse anche per colpa della stampa stessa, manca l'abc del diritto all'informazione e alla trasparenza.
* appendice sul diritto all'informazione: ufficialmente a Forlì non si sa che fine abbia fatto il cane Lenny, quello che una ventina di giorni fa ha azzannato la padrona al volto ed era stato preso in custodia dal Servizio veterinario. L'Ausl si trincera dietro il diritto alla privacy invocato dalla donna (?). Ufficiosamente, come scriveva Besozzi del bandito Giuliano, di sicuro si sa solo che il cane è morto. E' una storia minima, ma nell'Italia d'oggi a suo modo è inquietante.
Manipolatemi con la nostalgia
6 giorni fa
8 commenti:
Le riprese in un luogo pubblico di personaggi pubblici sono garantite dalla Costituzione ma anche dalla legge sul diritto d'autore (la 633/1941).
Art. 97
Non occorre il consenso della persona ritrattata quando la riproduzione dell'immagine è giustificata dalla notorietà o dall'ufficio pubblico coperto, da necessità di giustizia o di polizia, da scopi scientifici, didattici o colturali, o quando la riproduzione è collegata a fatti, avvenimenti, cerimonie di interesse pubblico o svoltisi in pubblico.
Censura e controllo preventivo, come è ovvio, sono vietati dalla Costituzione. Al massimo, se i consiglieri non gradiscono i montaggi, possono fare causa ex post.
C'è da capirli: quello che si è lamentato è uno che più volte si è addormentato in piena seduta
Pensare che ai miei tempi per finire sui giornali ed in televisione si facevano i salti mortali.
Ho cercato di spiegare, devo dire inutilmente, che i politici non hanno diritto alla privacy e che non si possono comunque vietare foto, registrazioni e riprese.
Il discorso secondo me andrebbe ribaltato: dovrebbe essere il Comune a cercare di facilitare il più possibile la trasparenza, facendo riprese con delle webcam e pubblicando tutto sul sito.
La proposta è stata accolta dalla maggioranza dei consiglieri e probabilmente verrà inserita direttamente nello statuto.
Questo non è stato pubblicato.
Ovviamente non sono qui a difendere la categoria o i colleghi preoccupati, penso che il numero di visitatori dei filmati del consiglio sia inferiore a quello di un reportage sulle diverse tonalità di colore dell'asfalto.
La cosa importante però è il principio.
Per me è molto più grave che gli ordini del giorno sul sito del Comune non vengano corredati preventivamente delle proposte di delibera, e che non ci sia un modo per riceverli automaticamente in formato elettronico (via newsletter?)
In questo modo chiunque potrebbe capire di cosa si discute PRIMA della seduta e decidere se partecipare o inviare suoi contributi PRIMA che la delibera sia votata.
Una cosa tuttavia è assolutamente necessario imporre ai giornalisti, quella di entrare nella sala del Consiglio Comunale scalzi onde, a fronte di certi discorsi, evitare la tentazioni di effettuare lanci.
Dimenticavo di dire che a sollevare la questione del montaggio non è stato un collega a digiuno sulle problematiche dell'informazione televisiva, ma Tampellini (figlio del proprietario di Videoregione), che poi ha concordato con la mia proposta.
Non è un problema immaginario, non tutti dispongono di una rete televisiva locale che potrebbe utilizzare per far valere le proprie ragioni.
In questi anni non ha mai sfruttato questa possibilità ed è stato estremamente corretto, ma se al suo posto ci fosse stata un'altra persona questo non avrebbe creato dei problemi?
Forse anche per questo motivo c'è stato un po' di discussione su un tema che, di fatto, avevamo già affrontato senza problemi.
I grillini ci hanno già ripreso più volte, e nessuno si è mai lamentato.
Non mi riferivo nè a Tampellini nè a Ronchi (lui ha del resto il merito di aver sollevato il problema della trasparenza in realzione alle moifiche allo statuto), però c'è uno che veramente è preoccupato di essere ripreso mentre dorme!
non vogliono riprese perché probabilmente si rendono conto di come perderebbero consensi se la gente comune li vedesse esercitare la funzione pubblica... sbaglio?
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