I telegiornali italiani? Inguardabili. A cavallo di Natale,
sul Giornale l'ottimo Giancarlo Perna ha sintetizzato così lo stato del videogiornalismo italiano. Giudizio che non fa una piega. L'articolista spiega che i nostri anchor men inzuppano il pane in furibonde polemiche politiche, interminabili cronache giudiziarie e arresti di boss mafiosi in un crescendo di autoflagellazione nazionale. (Non tiene però conto - aggiungo io - del classico finale tg tipo: cani che suonano il piano, bambini laureati in ingegneria, modelle smutandate fotografate a Londra in compagnia di presunti principi). Le notizie insomma virano sempre al nero, danno un'immagine lugubre e disastrosa dell'Italia che poi, via, non è proprio così male... I tg stranieri invece no (dice sempre Perna): alla politica gridata e alla cronaca nero-giudiziaria dedicano il minimo. Grazie al satellite oggi è facile fare l'esterofilo. Ma è facile anche essere smentiti. Perché dai canali americani più pop a Fox News ai sempre troppo lodati inglesi (ma fatevi un giro anche in Spagna...) non è che si veda tutto questo giornalismo positivo (nel senso di bella immagine del paese. E poi, perché si dovrebbe dare una bella immagine del paese? Per motivi turistici? perché l'ha ordinato il Minculpop?). Il sensazionalismo (che venga dalla cronaca o dalla politica), i toni gridati, sono di casa ovunque. Nell'informazione televisiva internazionale (mi scuso per il termine vago, ma serve a far filare il discorso) cambia, se si vuole, l'approccio dei programmi di approfondimento. Lì, se ti va, puoi vedere finalmente un bel reportage, un 'servizio' vero e non un 'servizietto' come in Italia. E poi, finalmente, non c'è la platea urlante dei Santori e compagnia cantante (ora pare che ne vogliano lanciare uno 'di destra', per l'amor del cielo).
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