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Com’era logico che accadesse, nei giorni della sua nomina a candidato vicepresidente da parte di McCain, l’attenzione del pubblico americano si è concentrata ossessivamente sul fenomeno Sarah Palin. La semisconosciuta governatrice dell’Alaska ha attirato un mare di attenzioni anche in rete. I navigatori di internet - che amano spesso rappresentarsi come la parte più evoluta e sveglia della società - hanno puntato la lente sui caratteri peculiari della nuova arma anti-Obama dei conservatori Usa. L’edizione online di Time si è presa la briga di inventariare le più cliccate chiavi di ricerca associate al nome di Sarah Palin. Che avranno dunque chiesto a Google gli internauti a stelle e strisce? Cosa pensa Sarah Palin della situazione mediorientale? Le sue posizioni nella lotta al riscaldamento globale? Se e favorevole o no all’estensione dell’assicurazione sanitaria a quei milioni di americani che non ne usufruiscono ancora? Niente di tutto questo. ‘Sarah Palin nude’, ‘Hot photos’, ‘Beauty pageant’ e ‘Bikini photos’ hanno intasato il motore di ricerca. ‘Alaska: Coldest State, Hottest Governor’, lo slogan coniato da qualche buontempone conservatore (o cripto-obamiano?), è parso più che mai centrato. Anche in questo caso, se mai ce ne fosse ancora bisogno, la ‘contabilità’ delle ricerche in rete si è rivelata lo specchio fedele delle pulsioni che attraversano la società. L’aura progressista di internet (incensata dalla campagna elettorale e dalla raccolta fondi di Obama) ne viene fortemente ridimensionata. Ma è giusto che sia così. Lo strumento è ottimo, realmente innovativo per la politica (in Italia però è pura fantascienza), ma il ‘manico’ è ancora quello della società di massa che si esprime allo stesso modo nelle tv e nei giornali. Internauti, occhio a fare i primi della classe.
da La Società cooperativa
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