Ieri sera intorno alle 22.30 è stato contattato telefonicamente il centrocampista Alessandro Venezia dove gli è stata posta la domanda riguardo il suo presunto trasferimento al Forlì. VENEZIA HA RISPOSTO: io non sò neanche di cosa stai parlando, non sono un tipo che legge i giornali quindi non so niente, ho un procuratore chiedete a lui... (continua)
In giro, anche tra i giovani, continua a girare l’idea che la “scrittura” (intesa nel senso tradizionale della parola sulla pagina) sia la caratteristica essenziale del giornalismo. “Mi piace scrivere [variante: 'Scrivo bene..'] vorrei fare il giornalista”, è una frase che continuo a sentire ripetere in maniera tanto automatica quanto priva di senso. Lo scrivere è certo parte importante del giornalismo - e tanto più se intendiamo in senso ampio il verbo “scrivere” - ma non è la parte distintiva di questo mestiere. In ogni dato momento, fatto cento i giornalisti che effettivamente stanno lavorando, quelli che in quel momento stanno scrivendo un articolo sono una piccola minoranza. Chi ama scrivere, chi “scrive bene” e solo per quello pensa di voler fare il giornalista è meglio che guardi da un’altra parte: l’autore di fiction, il copy in un’agenzia pubblicitaria ecc. ecc. Quello che il giornalista “fa” è selezionare e organizzare l’informazione. (continua a leggere)
L'idiozio della censura trova su internet modi sempre più innovativi e sopraffini per manifestarsi. Ne è un esempio l'indice del podcast di Otto e mezzo dal quale iTunes ha bandito il nome del deputato finiano B******* già ostracizzato dai berluscones
In Europa occidentale soltanto la Turchia è peggio dell’ Italia in quanto a libertà di stampa. E’ il duro verdetto contenuto nel rapporto annuale di Freedom House, un'organizzazione americana che monitorizza la libertà di stampa, a livello mondiale, giunta alla sua 30esima edizione.
Lo dice anche il Corriere però quasi sottovoce. Insomma meglio che non si sappia in giro