martedì 31 marzo 2009

Tragedie dell'ideologia

L'altro giorno sul Corsera ho letto con raccapriccio quello che Montanelli scriveva nel suo diario all'epoca della sua gambizzazione da parte delle Br: 'Ho saputo che in certi salotti come quello di Gae Aulenti si è brindato...'. Poi poco più in là leggo che Gae Aulenti presenta il progetto di un nuovo inceneritore di Hera. E altri della stessa risma stanno ai vertici del Popolo della libertà.

venerdì 27 marzo 2009

L'utente sarà entro breve raggiungibile

Poteva essere un caso nazionale: l'unico politico, anzi l'unico candidato sindaco che non ha il cellulare! Un segno di snobismo, di arcaismo o forse di sano buonsenso (quanta tranquillità in più! quante parole inutili in meno!). E invece Alessandro Rondoni, l'uomo di Pdl e Udl per il Municipio di Forlì, ha capitolato. Ha annunciato che domani, all'inaugurazione della sua sede elettorale, svelerà il numero del cellulare di cui, a malincuore, si è dotato. Poi ha pure esagerato: tutti i cittadini potranno chiamarlo!

martedì 24 marzo 2009

Effetto serra



Simpatico refuso in un dossier di Repubblica ieri segnalato da PazzoperRepubblica: il CO2 diventa CO al quadrato. In effetti il tasso di refusi nei titoli di Repubblica in questi tempi sta aumentando ai livelli degli altri quotidiani plebei. Resistono per accuratezza Corriere della Sera, Stampa e Sole 24 Ore.

lunedì 23 marzo 2009

Governo ladro

E' proprio vero che il governo Prodi aveva impoverito gli italiani. Prendine uno ad esempio: Berlusconi. Nel 2006 aveva denunciato un reddito di 139 milioni di euro, nel 2007 è sceso ad appena 14, una cifra che non ci si compra neanche un'isola o una televisione.

giovedì 19 marzo 2009

I politici non vogliono essere tagliati

Si discute tanto di perdita di autorevolezza del giornalismo e di tramonto della stampa, di tracciabilità degli interventi in rete e di censura dei blog, ma pare di stare sulla luna rispetto ai dibattiti del mondo reale (?). Cioè quello dei politici di casa nostra. Tanto per dirne una ieri in consiglio comunale a Forlì si è discusso del nuovo regolamento comunale e dell'accesso della stampa e dei cittadini alle sedute. Non che ci sia una gran ressa per seguire i lavori dell'assise cittadina, ma è scoppiato persino il problema delle riprese televisive. Con una foga che farebbe andare in brodo di giuggiole Beppe Grillo c'è chi voleva limitare l'accesso ai soli giornalisti con tanto di tesserino: come si sa (e come Beppe Grillo sa o finge di non sapere) la maggior parte della gente che scrive sui giornali locali non ha affatto il magico tesserino. Con questa regola draconiana (e formalmente anticostituzionale) le cronache politiche del consiglio verrebbero probabilmente abbandonate dai giornali. C'è poi chi intenderebbe bloccare le riprese effettuate da privati cittadini (da un po' di tempo qualche stoico grillino riprende integralmente le sedute immaginando, beato lui, che qusto sia un gran servizio ai cittadini e alla trasparenza) e chi addirittura vorrebbe imporre alle tv di trasmettere integralmente i lavori (non voglio che i miei interventi siano tagliati ad arte per farmi dire quello che non voglio...). Insomma, un clima surreale dove, forse anche per colpa della stampa stessa, manca l'abc del diritto all'informazione e alla trasparenza.

* appendice sul diritto all'informazione: ufficialmente a Forlì non si sa che fine abbia fatto il cane Lenny, quello che una ventina di giorni fa ha azzannato la padrona al volto ed era stato preso in custodia dal Servizio veterinario. L'Ausl si trincera dietro il diritto alla privacy invocato dalla donna (?). Ufficiosamente, come scriveva Besozzi del bandito Giuliano, di sicuro si sa solo che il cane è morto. E' una storia minima, ma nell'Italia d'oggi a suo modo è inquietante.

mercoledì 18 marzo 2009

Volare basso

Oggi il Corriere della Sera dedica un pezzetto molto tirato via alla crisi dei piccoli aeroporti. Affastella un mucchio di dati su realtà diverse e inanella una perla confondendo la Seaf (società di gestione dell'aeroporto di Forlì) con l'azienda aeroportuale di Rimini. Parla di un calo del 50% dei voli a Forlì senza spiegare che l'aeroporto è stato praticamente inattivo per sei mesi dopo il divorzio con Ryanair. Un disastro (l'articolo).

sabato 14 marzo 2009

Post dedicato a Vespa (si parla di rifiuti porta a porta)

La raccolta differenziata porta a porta va di modissima. A parole sono tutti d'accordo. Non solo gli ambientalisti ma anche legioni di politici di destra e sinistra (eccetto quelli legati al carro delle aziende degli icneneritori che ovviamente hanno sempre più bisogno di roba da bruciare, altro che riciclare!). Poi, sul campo, arrivano le rogne. Non tanto perché i cittadini siano anti-ambientalisti o testoni. Ma perché la messa in pratica dei sistemi di raccolta segue spesso regole cervellotiche e burocratiche, si scontra col senso comune e non tiene conto dei problemi terra terra (i pesci che puzzano e i pannoloni che fanno altrettanto). Tutto questo per dire che anche a casa mia, a Forlì, sta per partire il porta a porta e temo sfracelli. L'assessore all'ambiente ha comunicato giusto oggi che la giunta (mi viene da pensare: obtorto collo) ha dato il tanto sospirato via libera alla sperimentazione in due quartieri (Ronco e San Lorenzo). Si dice: l'hanno fatta in altre città, i forlivesi non possono essere da meno. Ho qualche timore. Ci sarà da divertirsi.

giovedì 12 marzo 2009

Ci vorrebbe un amico

Mi è sparito un 'amico'. Di Facebook intendo. L'account di Luca Bartolini, consigliere regionale di An giustamente entusiasta delle centurie di amici reclutati sul web, è stato cancellato da un giorno all'altro senza spiegazione. E' una situazione che capita sempre più spesso a utenti comuni (e il signor Facebook non si degna di chiarine i motivi) ma che, ovviamente, desta più scalpore se va colpire un esponente politico eletto (non perché merita più attenzione dell'utente comune ma che perché si presuppone, sia chiaro, che l'espressione del suo pensiero sia in qualche modo rappresentativa anche del suo elettorato). Poi magari quello grida alla censura e al complotto...
Il sig. Facebook, nelle condizioni di utilizzo del servizio, dice solo che è proibito
caricare, pubblicare, condividere, memorizzare o rendere disponibili in altro modo contenuti da noi ritenuti pericolosi, minacciosi, illegali, diffamatori, trasgressivi, molesti, volgari, osceni, fraudolenti, in violazione della privacy o dei diritti dei singoli, portatori di messaggi di odio o discriminanti dal punto di vista etnico e razziale
Ora, si può ipotizzare che a far scattare la ghigliottina sull'home page di Bartolini sia stato un post (seguito da decine di commenti dello stesso tono) particolarmente duro sulla mite condanna - e successiva scarcerazione - per l'attore Michele Pascarella, accusato di violenza su un bambino di cinque anni avuto in affido temporaneo tramite i servizi sociali del Comune di Forlì. Bartolini punta il dito contro fantomatici amici politici di Pascarella mobilitati in rete (hanno fatto la spia al sig. Facebook...). Fosse vero, sarebbe almeno una spiegazione. Magari, invece, la censura è scattuta in automatico. Via Echelon. E tutti sono a rischio. A meno di continuare a cazzeggiare tra colleghi d'ufficio, ex compagni di scuola e amici-che-potresti-conoscere-anche-se-non-ti-può fregar-di-meno. Così ci vuole il sig. Facebook.

martedì 10 marzo 2009

Problemi di comunicazione

Addito al pubblico ludibrio il fatto che i due candidati sindaci di Forlì Alessandro Rondoni (centrodestra) e Roberto Balzani (centrosinistra) sono praticamente irraggiungibili dalla stampa. Rondoni si ostina a non portare con sè uno straccio di telefonino, mentre quello di Balzani è perennemente staccato. Che dite? Per il lettore non è poi una gran perdita?

giovedì 5 marzo 2009

Io sono un rondista

Una volta, armato di takkuino e macchina fotografica, ho partecipato a una ronda notturna (insomma, l'avevano chiamata passeggiata antidegrado) che si è risolta in una simpatica sfilata per le vie del centro assieme a un drappello di contestatori antironda che schifavano altezzosamente tutte le domande sulla loro presenza (poi il giorno dopo si sono lamentati di non essere stati citati per nome e cognome sul giornale). Massimo degrado riscontrato: una carcassa di bici senza ruote davanti alla presunta moschea di Forlì. Chicca deamicisiana dei nerboruti ex fascisti: soccorso stradale a un rumeno caduto in motorino. E' ovvio che alla rappresentazione, pur tra tanti interpreti, mancavano degradati e portatori di insicurezza sociale (molti erano tranquillamente seduti a mangiarsi un kebab, altri stavano a casa a dormire in poltrona davanti a Vespa. E l'audience s'impenna).
Qualche mese dopo ho incrociato in centro un tizio che stralancava le gambe in modo orripilante e chiedeva l'elemosina. M'è parso un po' troppo insistente, due nonnine sono state pesantemente importunate e nessuno (neppure io, lo ammetto) s'è sentito in dovere di fare qualcosa. Combattuto tra il mio spirito giustizialista estremo e i cascami della mia educazione solidaristico-cristiana, ho telefonato ai vigili urbani (chiamare i carabinieri mi pareva un po' troppo). Non so bene cosa ne sia seguito, comunque qualche giorno dopo il tizio è stato arrestato con l'accusa di fingersi disabile per derubare i passanti (in particolar modo prendeva di mira gli anziani). Gli amici delle cosiddette forze dell'ordine mi dicono che ricevono ogni giorno le telefonate della gente più stramba. Non mancano le segnalazioni di avvistamenti di Ufo. Ma il probo cittadino, dalle nostre parti, ancora si rivolge fiducioso allo Stato. Insomma, come me, fa la ronda senza bisogno di andare in giro di pattuglia a roteare minacciosamente il telefonino.

mercoledì 4 marzo 2009

Bicaus ze nait

L'autorevole Luca Sofri di Wittgenstein ricorda con accenti lirici la partecipazione ai due concerti italiani di Lou Reed e Patti Smith di trent'anni fa (gulp!). Potrei farlo anch'io, ma senza grande enfasi. Una o due generazioni fa segnavano il tempo ricordando la guerra, la rivoluzione, il '68, la minigonna o il rocaraundecloc. Noi ci siamo ridotti a celebrare due babbioni (per carità bravissimi, compro ancora i loro dischi) che stanno qui a fare i giovani da vecchi.

lunedì 2 marzo 2009

Bavaglio globale



Una voce ridotta al silenzio è sempre una ferita per la democrazia. Poi uno può pensare che i giornali sono un'industria come un'altra e chi se ne frega se una chiude: vuol dire che il suo prodotto non piaceva ai consumatori. Ma il pensiero (giusto o sballato che sia) non è una merce. O almeno i giornali non sono semplicemente merce (e proprio chi, giustamente, critica i giornali e le notizie mercificate dovrebbe esserne consapevole). Per questo è tristissimo che il 27 febbraio scorso, dopo 150 anni di storia gloriosa, abbia chiuso le pubblicazioni il Rocky Mountain News. Un fenomeno che riguarda molti e che rischia di diventare un bavaglio planetario. Pensate alla chiusura dei giornali delle minoranze culturali, dagli indiani Sioux agli sloveni in Italia. Poi uno può dire che ci sono sempre i blog.