giovedì 28 maggio 2009

La differenza che passa tra 'censura' e 'tenere alla larga un rompicoglioni'




Come si sa, il rapporto tra il giornalismo e la rete è contraddittorio. Grandi opportunità ma anche grandi problemi. Allarghiamo il campo delle nuove tecnologie e prendiamo il caso della posta elettronica. Il redattore medio non riesce più neanche a immaginare la sua professione senza l'uso di questo magico strumento: prima gli toccava ribattere parola per parola anche la più insulsa dichiarazione di Berlusconi (o D'Alema, o Casini, o Minutillo), ora basta il copiaeincolla. Il lettore, ovvio, se n'è accorto. E anche l'ultimo degli 'interlocutori', facilitato a sua volta dall'utilizzo di questo veloce e semplice mezzo di comunicazione, non risparmia l'invio di missive, elucubrazioni, proclami, invettive, ultimatum. Colpa del giornalismo copiaeincolla: tutti si sono convinti che i giornali sono bacheche, basta mandare qualcosa e quello finisce in prima pagina. Se qualcuno (redattore) si azzarda a fare il mestiere per il quale è pagato _ valutare professionalmente se quello che sbatte sul giornale è una notizia o meno _ apriti cielo: si grida alla censura.
Tutto questo pistolotto per spiegare l'antefatto del volantino elettorale riprodotto in apertura (pregasi leggerlo attentamente: è un bignamino dell'ideologia del candidato medio alle prossime elezioni). Il tipo in questione è un grafomane che da qualche anno spedisce una mail al giorno ai quotidiani. Ritiene orgogliosamente che questo sia il fulcro della sua attività politica. Non gli passa neanche per la testa che ogni tanto possa scrivere una minchiata e che i poveri redattori forlivesi (facendosi del male, perché sarebbe certo meno problematico pubblicare tutto tale e quale) decidano di usare il cestino. No, lo censurano! E per questo rincara la dose: ogni giorno che il buon dio manda in terra lui rispedisce le mail che non ha visto pubblicate precedentemente. Per me questo non solo spam: è idiozia allo stato puro. E contro questo virus esiste una sola cura: il comando 'mittenti bloccati' della posta elettronica.

martedì 26 maggio 2009

Editoriale a cappella



Finalmente un giornale che batte il Carlino (e la Voce, e il Corrierino...) in quanto a refusi: leggere per credere le prime righe dell'editoriale di Sansonetti su L'Altro, quotidiano di cui evidentemente c'era un gran bisogno.

da pazzoperrepubblica

giovedì 21 maggio 2009

Eh?!

lunedì 18 maggio 2009

Giornaliste o veline?

Dell'Utri: "Le veline sono meglio di alcune giornaliste". Te la danno senza fare domande.

da Spinoza

Berlusconi? Solo per Emilio Fede non è dio

Anche l'autorevole Times, copiando a vanvera la poco autorevole stampa italiana, è incorso in un clamoroso errore e si è dovuto scusare con... Berlusconi! Il quotidiano londinese aveva fatto dire alla mamma della mitica Noemi: 'Papi farà per lei ciò che non è fatto per me'. La donna aveva detto in reltà 'il Signore farà...' intendendo Egli, l'Altissimo, l'Onnipotente e tutti però hanno capito che si riferisse a Papi. Incredibile, ma l'unico che ha capito bene è stato Emilio Fede che ha spiegato l'inghippo ieri in una trascinante edizione del Tg4. E noi miscredenti che pensavano che per lui il Cavaliere fosse effettivamente dio...

sabato 16 maggio 2009

C'è sempre qualcuno da rimandare a casa sua



I tabelloni elettorali della placida Forlì rigurgitano dei soliti tristissimi manifesti-santino coi soliti tristissimi faccioni sorridenti. Il più creativo e borderline, seppur con una grafica naive stile copiaincolla, appare il candidato sindaco repubblicano Lauro Biondi. Il simpatico esponente del partito che inalbera come simbolo una foglia di marijuana è da sempre, tra i politici, uno dei miei amici più cari. Stavolta però mi verrebbe da rimproveragli la retorica anti-immigrati che ormai scavalca a destra pure la Lega (ecumenica a tal punto da candidare Francesco Aprigliano, calabrese purosangue e rappresentante di Alleanza meridionale). A bacchettare Biondi ci ha pensato però l'assessore comunale Palmiro Capacci (rifondarolo) che da sempre coltiva una vena satirica. Il manifesto biondista taroccato e commentato è il parto del suo CCCP (comitato di contro propaganda)

giovedì 14 maggio 2009

Bird strike

Per un giornalista ritrovarsi protagonista (più o meno) di una notizia è sempre un'esperienza singolare. A me è capitato tornando in aereo da Amsterdam. Al decollo un motore ha inghiottito un grosso piccione e quindi l'aereo è dovuto rientrare precipitosamente. 'Paura a bordo' si legge in questi casi con la solita mancanza di fantasia dei cronisti che si affidano a espressioni stereotipate come una coperta di Linus. Che è successo? I passeggeri hanno percepito uno strano rumore in fase di decollo ma nessuno si è particolarmente allarmato. Solo quando il pilota ha annunciato che per motivi tecnici occorreva rientrare, si sono incrociati sguardi perplessi. Quando effettivamente abbiamo toccato terra qualcuno ha perso le staffe, peraltro tra la sorpresa generale. Un tipo molto ganzo, modello giovane manager con pc e rolex al polso, è sbottato: 'No, no, io torno in treno'. Una mamma ha tentato di calmare il bimbo lacrimante: 'Non ci saliamo più su quest'aereo brutto!'. E il solito spiritoso ha salutato così un'hostess: 'Ma questo aereo lo avete comprato di seconda mano?'. Poi, a onor del vero, la compagnia si è scannata per trovare un aereo sostitutivo: il motore è stato sbaragliato da un 'bird strike'. Insomma, un brutto uccello. Siamo ripartiti dopo sei ore e alla fine si sono imbarcati anche quei pochi più impauriti.

martedì 5 maggio 2009

Come anticipato da Report

La trasmissione televisiva di Rai3 'Report' è giustamente apprezzata come uno dei pochi esempi di vero giornalismo televisivo in Italia. In un panorama - mediamente - raccapricciante, è davvero giusto che sia così. Una tale santificazione però corre il rischio di instillare nei cittadini l'immagine mitica del giornalista d'assalto che - diciamolo - nella realtà non esiste minimimente. Cosa serve allora veramente? Impegno, integrità, una solida copertura legale oppure una sana incoscienza (ma pochi nascono eroe) e tanta voglia di protagonismo di magistratura e forze dell'ordine. Solo così (altro che giornalismo d'assalto) ci si trova nel posto giusto al momento giusto. Come l'altra notte, con le telecamere di Report in prima fila a riprendere gli arresti dei dirigenti della banca sammarinese accusata di riciclaggio. In manette è finito il presidente della banca, guarda caso intervistato qualche giorno prima e mandato impietosamente in onda come lancio della trasmissione di domenica prossima.