mercoledì 31 dicembre 2008

Buoni propositi per il 2008

1) sorridere di più, sbuffare di meno
2) andare in palestra almeno due volte alla settimana, solo una in libreria
3) guardare meno tivù, ascoltare più radio
4) lavorare di meno, scrivere di più
5) commentare di più (altrove), postare di meno (qui)

e buon anno

lunedì 29 dicembre 2008

Carta natalizia

Come si sa, il mercato dei giornali è in balìa del meteo come l'agricoltura. Una grandinata può mandare a monte il raccolto di fragoline, tre giorni di freddo intenso (e magari pioggia o neve) possono far crollare le vendite dei quotidiani e marchiare col segno meno un'intera mesata di dati (quelli che scrutano i sedicenti esperti di marketing per cercare di capirci qualcosa, poi dopo due ore di chiacchiere si accorgono che il distributore ha confuso le rese, cioè gli invenduti, e quindi è tutto da riconsiderare....).
Queste ultime giornate festive potevano essere una manna per le vendite - la gente sta a casa, ha più tempo per leggere, si stende in poltrona dopo pranzo - invece il freddo invita tutti a stare in casa. E chi te lo fa fare di sfidare la neve per andare in cerca di una sempre più rara edicola aperta di domenica? (Giusto, gli edicolanti dovranno pur fare un riposo, ma se i giornali non si vendono in edicola allora che li facciamo a fare?).
Uno dice: vedi, è la prova che i giornali sono finiti, è molto più agevole leggerseli on line, al calduccio, tranquilli in casa, con la cioccolata calda accanto alla tastiera (occhio). Verissimo. Ma se il pomeriggio di Santo Stefano ti metti a leggere il giornale on line (a parte che qualcuno dovrà pur lavorare per fartelo leggere), sei proprio sicuro di 'consumarlo' come se fosse il solito cartaceo? A me, ad esempio, mi distraggono le simpatiche foto sulla colonna di destra di repubblica.it. Tutti quei begli articoletti sul gossip, attricette nude, calendari cazzari e chi più ne ha più ne metta (e infatti anche il corriere.it ne mette parecchi). Eppoi i blog, i forum, i siti tecnici su televisori, giochi di ruolo, gastronomia finnica e bricolage vintage. Insomma, il solito brusìo. Tanto vale tornare in poltrona con un libro. Di carta.

venerdì 26 dicembre 2008

Ebbuonefeste

martedì 23 dicembre 2008

Yahoo sogna Scarlett


Non che non sia condivisibile, ma perché nella home page di Yahoo oggi hanno messo una fotina di Scarlett Johansson con scritto sulla faccia 'Mettimi in ginocchio?'. Se poi ci aggiungi il video dal titolo 'Il Papa e il transgenderismo'. Mah, vorranno dare filo da torcere alla pagina d'apertura di Repubblica.it

Grillo fa danni anche agli sloveni

Il 90% dei vaffanculi di Grillo sul finanziamento pubblico ai giornali erano ben indirizzati (sovvenzionare il sarto di Feltri, rabbrividisco...). Peccato che la restante parte (e il picconamento del principio in sè, sventolato sulle bandiere di milioni di grillini inebriati) rappresenti un colpo mortale per il pluralismo, la libertà d'informazione, la democrazia _ o se queste non interessano più a nessuno _ almeno per l'occupazione. E' il caso di un impronunciabile giornale sloveno di Trieste, la storica pubblicazione di una minoranza che a parole la nostra Costituzione dovrebbe proteggere. Niente finanziamento pubblico? Niente Primorski Dnevnik (riesco a citarlo solo facendo copiaincolla). Gli sloveni non se lo mantengono da soli? Che si comprino i dvd di Grillo, magari ci mette pure i sottotitoli.

lunedì 22 dicembre 2008

Letterine di Natale

I giornali sono certo un camposanto di errori, stupidaggini, cialtronerie, invenzioni e assurdità assortite. Ma anche i lettori non scherzano. E neppure gli interlocutori dei media: istituzioni, politici, agenzie di stampa, enti di vario genere. Questo modesto blog ne propone un piccolo campionario tratto dalla mia esperienza quotidiana. Ecco dunque due chicche natalizie. La prima è da guardare con attenzione: si tratta dell'intestazione della busta di auguri (grazie altrettanto!) inviatami dall'Atr, l'agenzia dei bus di Forlì-Cesena. La seconda è una cartolina spedita da Dovadola: il mittente è misterioso, ma lo è ancora di più il testo.



giovedì 18 dicembre 2008

Lacrime napulitane

Una volta tanto un bel titolo (davvero!) di Libero:
Sgominata la giunta di Napoli

Ditelo a Mantellini

Finalmente Manteblog si è trasformato in un blog per umarells forlivesi con simpatiche discussioni sul declino del centro di Forlì, gli extracomunitari in piazza Saffi, il ghetto di via Giorgio Regnoli, Balzani & Masini, bla bla bla. Sembra la rubrica delle lettere al Carlino!

lunedì 15 dicembre 2008

Primarie Pd: io c'ero!

Ora che ha vinto lo posso dire. Roberto Balzani mi rivelò che si sarebbe candidato alle primarie del Pd forlivese in un'assolata domenica di giugno al bagno Adriatico di Milano Marittima. Eravamo tutti e due in bermuda seduti in punta sul lettino dove poco prima mia figlia aveva rovesciato una cocacola. Questi sì che sono momenti storici!
Bonus extra: il primo fax di congratulazioni a Balzani giunto in redazione stamattina porta la firma del sen. Stelio De Carolis. Intanto in Municipio giravano musi lunghi da far paura. Pare che un'assessora (che pure dovrebbe essere abituata alle sconfitte!) si sia messa a piangere

sabato 13 dicembre 2008

Che scandalo: la Masini su YouTube!

Ieri ho incontrato il sindaco di Forlì, Nadia Masini, per un'intervista alla vigilia delle primarie del Partito democratico. L'ho trovata stanca e forse anche febbricitante ma come al solito energica e determinata. A molti la sindaca appare burbera e scostante, io francamente non ho mai avuto questa impressione. Certo, in pubblico sfodera un eloquio che per pesantezza sarebbe capace di stroncare un mustang in corsa, ma 'live' è più alla mano. Si capisce anche meglio quello che dice, spero di essere riuscito a renderlo nell'intervista pubblicata oggi dal Carlino (per gli appassionati qui c'è una versione estesa della chiacchierata: per chi se la legge tutto c'è in premio un posto in prima fila tra il pubblico al prossimo consiglio comunale).
Domani, a urne chiuse, vedremo se tutta questa insoddisfazione che ribolle contro la Masini e la sua giunta è veramente radicata nell'elettorato del centrosinistra e in città. O se è solo un abbaglio di tanti. Per ora almeno si può riconoscere allo sfidante Roberto Balzani il merito di aver rianimato il dibattito politico in città e incrinato il moloch Ds-Margherita (il Pd ancora non c'è...).
Considerazione a latere. Criticare il lavoro di giornali concorrenti può apparire miserabile (e spesso lo è: da che pulpito...) ma oggi mi ha colpito particolarmente un titolo irridente della Voce di Romagna sulle caramelle 'balzaniche' (un gadget elettorale di Balzani) e sulla 'Masini 60enne su YouTube'. Come se in campagna elettorale non si potessero intraprendere anche iniziative ironiche o Internet fosse un ambito in cui i sessantenni si rendono ridicoli. E io che credevo che il Carlèn fosse un giornale da umarells...

mercoledì 10 dicembre 2008

Il peso della crisi




Stamattina in palestra eravamo io, Wolmer Casadei, Widmer Mercatali, Wainer Rusticali (mancava solo Willer Bordon) e si chiacchierava amabilmente della situazione politico-economica. Tra un peso e l'altro, mentre gli schermi lcd sulle cyclettes rimandavano voluttose immagini di Britney Spears e di Vespa (ospite in studio di una trasmissione gastronomica, boh...), era tutto un pianto per la crisi, l'incapacità della classe politica, la corruzione, i comunisti, i gay e i negri che stanno in piazza tutto il giorno (anche con sto freddo, ma non vengono dall'Africa?). Poi si è convenuto che il problema sta alla base: gli italiani non hanno più voglia di lavorare, di produrre, di fare sacrifici. Il più deciso su questa tesi era proprio l'amico Wolmer, 48 anni, in pensione già da due, dopo una vita passata a fare il sindacalista al catasto (e non ha mai capito cosa fosse un catasto). Ovviamente concordavano Widmer e Wainer. Il primo: imprenditore che ha ereditato il forno del babbo ed è riuscito a farlo fallire in tre anni, dopodiché ha pensato bene di dedicarsi alla consulenza fiscale (nel senso che fa la dichiarazione dei redditi della moglie, commerciante con bottega di famiglia in centro). Il secondo: poliziotto mai apparso in divisa o al volante di una volante, con regolare secondo lavoro irregolare, pronto a richiedere il pensionamento (come suo diritto) a poco più di 50 anni. Io, che devo lavorare perlomeno ancora una ventina d'anni (nel frattempo la pensione farà in tempo a sparire come concetto e come istituzione) ho sentito tutto il peso della nazione sulle mie spalle. Ma erano solo quei modestissimi trenta chili della squat machine. E allora mi sono detto: sì, bisogna proprio fare tanti sacrifici in Italia. E ho aumentato di cinque chili il carico.

lunedì 8 dicembre 2008

Saluti da Forlì

Obama-Balzani vs Hillary-Masini? Naaaaa.... troppo difficile. Ci abbiamo provato a organizare un faccia a faccia tra i candidati alle primarie del Pd forlivese ma è andata buca. Balzani lo voleva pubblico, Masini lo voleva privato (!). Nulla da fare. Un'occasione persa perché le primarie fossero vere e trasparenti fino in fondo. Ce ne faremo una ragione, ma il Pd forlivese ha ancora un po' di strada da fare per diventare un partito normale (non nel senso dalemiano del termine). C'è da dire che di partiti normali in giro se ne vedono pochi.

sabato 6 dicembre 2008

Più moschee per tutti




Maroni (quello che auspicava una stretta sull'immigrazione) vuole bloccare la costruzione di moschee. In difesa della religione islamica insorgono la Chiesa e gli atei. Da una parte è giusto e apprezzabile, dall'altra fa un po' ridere, no? Ma se il problema è quello del terrorismo e dell'estremismo integralista, non basterebbero le leggi che ovviamente si applicano ai singoli? Insomma, lo dico da battezzato e cresimato, mica perché c'è qualche prete pedofilo dobbiamo imporre la moratoria sulla costruzione di chiese e oratori.

Nella foto: Calderoli con la sua micidiale arma anti-islamica

giovedì 4 dicembre 2008

Berlusconi mette in regola la rete

Berlusconi chiede regole uniche mondiali universali intergalattiche per internet. E' che sul pc di Palazzo Chigi gli hanno installato Explorer mentre a Arcore c'ha ancora il browser di Videonline, eppoi quando è andato al G8 ha trovato Firefox. Insomma, non ci si raccapezza proprio!

mercoledì 3 dicembre 2008

Telecom: dove cominciare a tagliare?

Telecom annuncia novemila esuberi. Se posso permettermi, avrei un suggerimento per un nominativo da mettere in testa alla lista.

Aridatece Mastella!

I miei infissi fanno un po' schifo, pensavo di cambiarli dopo quindici che li sbatto e gratto (aggiungendoci pure i doppi vetri), ma il Cavaliere mi ha tolto il 55% di detrazione fiscale e quindi mi sa che mi conviene aspettare (magari lo rimettono). Intanto mi consolo con Sky, anche se l'aumento dell'Iva mi fa schizzare all'insù il costo mensile e penso che non mi basterà neanche la social card per pareggiare i conti. Poi non funziona nemmeno la Biowashball: che delusione! E i reati che diminuiscono mentre la gente ha sempre più paura. Insomma ci vorrebbe un Mastella per rimettere a posto le cose.

lunedì 1 dicembre 2008

Prognosi decennale

Mail ricevuta oggi___

Leggo solo ora , e per puro caso un Vs articolo reperito su Internet in cu isi parla di un caro amico del mio papa' , R*** N*** di Forl':Q uesto il link://www.ausl.fo.it/Portals/0/Documenti/Pubblicazioni/2007/CarlinoCasadei,che Erio Casadei , giovane promessa della gimkana molto cara alla Sua citta'Fori, ed ai suoi abitanti , mori 'in un sinistro stradale il 06.03.56 a soli 23 anni mentre si trovava in moto con mio padre Sottolineo la grave falsità delle informazioni in Vs possesso , che definirono in soli 15 gg la prognosi dell' Amico R*** N***, all'epoca 19enne, che fortunosamente riusci' a scansare la ruota del camion che improvvisamente sopraggiunto , travolse mortalmente il povero Erio ,cagionando a mio padre gravissime lesioni , ed il frettoloso e quanto mai superficiale accostamento fra questa sua presunta prognosi e la morte di Casadei .Grata soltanto per aver riconosciuto il legame con il povero Casadei ,ben charo essendo per lui il signoficato del termine e la profondita'dell'affetto provato per l'amico , ricordo che quel tragico incidente che ad Erio costò la vita segnò indelebilmente anche quella di mio padre,la cui memoria con questa mia testimonianza intendo difendere.Per mesi fu ricoverato fra la vita e la morte fra vari Ospedali , ebbe la salute sottoposta a gravi menomazioni ma senz'altro salva la vita , a differenza del suo amico , pur accompagnato nel corso della stessa da farmaci quotidiani Questa grave vicenda fu insieme ad altre la concausa di un'altro grave lutto nella sua famiglia : la morte di suo padre, mio nonno Giovanni , solo 8 mesipiu' tardi Mio padre affrontò questa ed altre vicende con grande dignità ; venuto a mancare nel giugno 2006 per un grave malattia che aggredì proprio quegli organi gravemente lesionati nell'incidente del 1956 , ricordo che sino all'ultimo non dimenticò mai l'amico , ne' la vicenda tragica in cui insieme furono coinvolti , con esiti ben diversi .ma non per questo leggeri come 15giorni di prognosi al pari di quelli che alcuni miei assititi vedono loro certificati per un banale " colpo di frusta"Sono formalmente a richieder una rettifica delle informazioni da Voi forniteal riguarod , con modalita' aalghe a quelle che presiedettero alla pouvbblicazione del Vs articolo del 16.12.07
Il giornalismo richede professionalità ben maggiori di quelle da Voi dimostrate in questo caso .Questo dovevo al lui .
Avv. F**** N****

risposta____
Egregio avvocato, la prognosi di 15 giorni giorni che Lei contesta è tratta semplicemente dalle cronache dei giornali di quei giorni (parliamo del 1956...). Se c'è stato un errore (a quel tempo) e lei è in grado di certificarlo (magari fornendoci il referto medico originale con la quantificazione della prognosi) saremo ben lieti di precisarlo.
In ogni caso, attendiamo le Sue scuse per le gratuite offese arrecate alla nostra professionalità (e Lei sarà ben consapevole che potremmo dare inquesto caso mandato al nostro ufficio legale di vagliare la possibilità di adire a vie legali) e soprattutto per gli errori di sintassi e ortografia che, francamente, in alcuni punti rendono del tutto incomprensibile la Sua mail.
Cordiali saluti
Emanuele Chesi

domenica 30 novembre 2008

Libri sfogliati in novembre




Fascio e martello. Viaggio per le città del duce
di Antonio Pennacchi (Laterza)
Dice che il duce era un dittatore che ha fatto una politica di sinistra per i contadini. Pennacchi scopre 'città di fondazione' di epoca littoria come fosse un novello Schliemann. Originale, interessante, a tratti persino divertente nelle sue divagazioni mai banali. Peccato, manca Predappio (ma sarà di certo per la prossima volta).
Sette più

La luce di Orione di Valerio Evangelisti (Mondadori)
Se hai la sventura di precipitare nel gorgo dell'Inquisitore Eymerich non ti salvi più. E' un fumettone, però è intrigante e scritto bene (che poi non so esattamente cosa voglia dire). Ma forse sono meglio i primi libri della serie.
Sei

Io, piccola ospite del Fuhrer di Helga Schneider (Einaudi)
Helga Schneider ricama da tre o quattro libri a questa parte (fantastico il 'Rogo di Berlino') sulla sua infanzia nel Terzo Reich e nel suo incontro con Hitler nel bunker della Cancelleria. Prosa vivida e incisiva, direbbero i critici. Però come fa una bambina di sei anni a ricordarsi tutti quei particolari? In ogni caso si legge in un fiato.
Sei e mezzo

Oblio di David Foster Wallace (Einaudi)
Giace sul comodino, trasmigra in bagno, pencola sul bracciolo della poltrona. Posso farcela.

sabato 29 novembre 2008

Porno simulato scontato

Non è che qui si voglia stare a criticare il governo a ogni costo, però la sovrattassa sul porno fa un po' ridere. Almeno nella forma in cui è espressa. Scrive il Corriere.it

Il decreto del Consiglio dei ministri riassume cosa si intende per porno: giornali e riviste specializzate, compresi dvd e materiale allegato e «ogni opera letteraria, teatrale e cinematografica, audiovisiva o multimediale, anche realizzata o riprodotta su supporto informatico o telematico in cui siano presenti immagini o scene contenenti atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti».

Cioè se gli atti sono simulati oppure gli adulti non sono consenzienti (oppure, peggio, se c'è di mezzo una minorenne svedese o thailandese...) non si paga la sovrattassa? E soprattutto: chi controlla se l'atto è simulato o meno? Ci sarà un ispettore ministeriale in scena? L'addetto Siae a luci rosse...

Le solite palle




Ora a sbeffeggiare Grillo si fa pure una brutta figura. Dopo che ha macellato i giornalisti col suo referendum-bufala (non vale nulla, e qualcuno lo aveva pure detto prima), se lo critichi è ovvio che ti arriva nei denti il solito randellatore 'ce l'hai con lui perché sei un giornalista'. No, è proprio perché ho amato Grillo (ho condiviso le sue invettive, ho comprato i suoi libri e i suoi dvd, sono andato ai suoi spettacoli...) che mi dispiace vederlo derapare dal lato dei tromboni, imbonitori, complottisti. L'ultima è quella della palla verde per lavare. Biowashball, tecnologia svizzera ecologica pulitissima, giura Grillo, altro che detersivi inquinanti. E giù tutti a crederci, da un blog all'altro, da un meet-up all'altro, partono gli ordini d'acquisto. E le prove sono entusiasmanti: tanto che anch'io, dopo aver letto e riletto, mi dico 'Oh, fosse vero...'. E sto quasi per proporlo a mia moglie. Poi arriva il solito scassapalle Attivissimo (ne parla pure Mantellini). E ti dice che il Biowashball è una palla. Una palla veramente. Non serve a nulla. Una presa in giro. Lo butti in lavatrice e lava bene perché anche l'acqua da sola lava bene (insomma...). I principi su cui si basa (sfere di ceramica, infrarossi) sono pura fantascienza, irrisi da qualunque studente di chimica. Anche la trasmissione tv per umarells Mi manda Raitre infierisce sulla palla verde propagandata da Grillo. E i commentatori si sollazzano con la credulità ecologista: 'Ho acquistato la biowashball mezz'ora fa _ dice uno _ . Ragazzi è incredibile: fa veramente quello che dice e anche di più. Da quando l'ho acquistata sono molto più bello, lavoro meglio e non perdo più i capelli. E tipa bionda del piano di sotto mi guardava con un certo interesse in ascensore...' Forse l'alternativa ai detersivi inquinanti sono solo i detersivi ecologici (cioè un po' meno inquinanti). Insomma il buon senso, non Grillo.

giovedì 27 novembre 2008

Ditelo al Carlino

Non sia mai che io vi privi della lettura di una delle innumerevoli mail che ogni giorno vengono riversate dalla maledizione divina nella casella di posta del prestigioso quotidiano che mi paga lo stipendio.

da garudafilm.puglia@alice.it

Gentilissimi
il Signor Luigi Ferrante dopo una vita passata accanto a dei Maestri Spirituali finalmente si e' deciso a divulgare note e insegnamenti ricevuti.
In un libro in uscita la prima settimana di Dicembre ci parla del DESTINO,il destino che inizia prima della nascita di ogni individuo,e che segna con tratti decisi la nostra vita,
Punti marcati a cui non possiamo sfuggire,ma che se ci fermiamo ad accettare potranno definire un ciclo continuo di presenze terene,Destini,incontri,che a nostra stessa insaputa danno un corso al nostro cammino,la fortuna di incontrare qualcuno che ci mandi a destra piuttosto che a sinistra,incroci e bivi,che ci segnano per sempre
DESTINI......QUALE SI DEVE COMPIERE..IL NOSTRO...O QUELLO DI CHI CI INCROCIA?
A tutto questo Luigi Ferrante da' una logica spiegazione attraverso la sua stessa strada vissuta.

Con la speranza che vogliate dare uno spazio nel vostro midia per affrontare con lo scrittore questo affascinante argomento
Cordialmente
Anna Bruno

martedì 25 novembre 2008

Bella gnocca accusa i colleghi: 'Siete maschilisti'





Segnalazione da Failblog di un bel titolo di un giornale americano: una donna accusa i colleghi di essere maschilisti e il titolista la benedice definendola 'chick', pollastrella. Che sensibilità!

lunedì 24 novembre 2008

Lamiere contorte al bar Nereo


A che serve un blog? La domanda mi tormenta ormai da due anni nonostante l'intenso utilizzo. Però, d'impulso, la risposta mi travolge semplicemente con l'urgenza di inveire, a mo' di lavacro della mia coscienza surriscaldata, contro i frequentatori del parcheggio abusivo davanti al bar Nereo di viale Roma. Sì, un parcheggio abusivo perché ormai, nonostante la dovizia di cartelli di divieto di sosta, la striscia d'asfalto dinanzi al suddetto locale è stata letteralmente usurpata alla normale circolazione stradale e acquisita dai clienti di passaggio, con ovvio scorno dei 'normali' automobilisti che restano incolonnati. Per l'amor del cielo: le soste sono veloci e indolori, giusto segnalate dalle luci d'emergenza, come se lì davanti si fosse aperta una voragine nella strada e loro si preoccupassero della tua incolomunità. Invece no, quelli scendono dal Suv regolarmente parcheggiato col muso sporgente sulla seconda corsia (quella dei povei sfigati che devono girare a sinistra all'incrocio distante cento metri), scendono dal Mercedes bianco sbattendo la portiera e sollevando così una nuvola di polvere di cocaina, risalgono a bordo del camioncino sgangherato lanciando allegramente in strada confezioni di sigarette vuote, bottiglie di birra vuota, panini vuoti, cervelli vuoti. Quando gli passi accanto, dopo che hai atteso per dieci minuti i loro comodi, e gli rivolgi uno sguardo iniettato di sangue augurando aids, scarlattina e recessione perpetua a loro e alle loro future generazioni, quelli uniscono all'unisono i loro due neuroni e biascicano: 'Cazzo vuoi? Hai fretta?'. 'No, coglione, posso aspettare ancora qualche anno, attendo di vincere al Superenalotto, così posso comprarmi un autoarticolato Scania d'occasione e passare finalmente a tutta velocità rasente alle auto tua e di tutti gli stronzi tuoi consimili, portare via vernice, sportelli, deflettori, orecchie e mani di tutti quanti. Poi fermarmi cinquanti metri più avanti ed esclamare con allegria: 'Oh, mi spiace, non mi ero accorto che eravate così coglioni da fermarvi in sosta su una strada di intenso traffico in prossimità di uno dei principali incroci della città. Vi facevo più furbi...'
Ora mi sento meglio, grazie blog.

venerdì 21 novembre 2008

Titolo suggestivo




Sono io fissato o c'è un titolista che si è divertito a sintetizzare?


Dal Corsera di oggi

La giusta distanza




Repubblica festeggia già il centenario del '68. E' chiaro: per un'analisi corretta occorre distanziarsi dagli avvenimenti ed avere una prospettiva più larga. Che dite? Questo è solo il quarantennale? Quisquilie per un fine elzevirista come Citati. Occorre la giusta distanza per non lasciarsi ingabbiare dalle bassezze dell'attualità. Mica come il ministro Gelmini che continua a blaterare di scuola in mano ai sessantottini e università in preda al 18 politico (posso testimoniare che già a metà degli anni ottanta all'università di Bologna, via Zamboni, gli unici rimasti a far politica erano i ciellini e il 18 politico non se lo ricordava più nessuno. E nella scuola media mi pare che i sessantottini siano in pensione già da qualche anno...). Ma non divaghiamo. Citati vede giusto, da lontano. E quella dei titolisti delle pagine culturali di Repubblica non è certo una svista. Ormai gli anniversari sui grandi giornali non si celebrano più il giorno stesso. Fateci caso: Stampa, Corriere e Repubblica si rincorrono a chi anticipa di più. Ormai siamo arrivati almeno a tre giorni prima: l'insigne glottologo ugro-finnico De Monstris (che peraltro è noto per aver avuto un'amante lesbica che è l'ultima depositaria delle memorie del ginecologo della moglie di Stalin) è nato il 21 aprile 2008? Schiaffa in pagina il pezzone il 18, così freghiamo la concorrenza. Col paginone di Citati sul '68 l'ex giornale di Scalfari ha giusto anticipato un po' il centenario vero e proprio. Sai come rosicano al Corriere.

giovedì 20 novembre 2008

Giornalismo a dispense

Scalfari dixit
"Dopo circa 50 anni di lavoro sostengo, isolato, che l'oggettività non esiste: non credo alla verità assoluta. E non è una questione di dividere i fatti dalle opinioni". Ma, piuttosto, di essere il centro del mondo e di guardare i fatti con la propria angolazione anche perchè nella 'vocazione' giornalistica ci dev'essere quella di stare al centro. E quando si occupa il centro bisogna dare una descrizione adeguata alle cose che si osservano. Insomma "l'unica vera oggettività è quella di dire l'angolazione dalla quale si guardano i fatti" e di comunicarlo ai lettori.
(Apcom)

E ancora Egli
Il giornale più obiettivo? Era l'Unità quando portava scritto sotto la testata 'Organo del Partito Comunista Italiano' dicendo chiaramente che quella era la sua verità
(Enel.it)

Tesi interessante e forte quella del venerabile Scalfari, dalla quale mi permetto umilmente di dissentire lateralmente in nome non dell'oggettività (chi l'ha vista?) ma della correttezza e della completezza. Concetti vaghi, ma insomma... Poi ci mettiamo pure la chiarezza e la concisione (mi perdoni maestro, ma quei lenzuoloni domenicali su Repubblica sono indigeribili)

mercoledì 19 novembre 2008

Eternamente tua



Grazie a Repubblica.it per la segnalazione del top calendario 2009, altro che Lola Ponce

martedì 18 novembre 2008

Simpatia francese

Bella Belpietro!



Deludentissimo incontro con Belpietro ieri sera al prestigioso Circolo della Stampa di Forlì (ospite dei frati francescani). Intanto Bel-Pietro (come dice un'altrettanto delusa collega) non è alto come appare in tv. E' più o meno al mio livello (centimetrico), insomma un simil Berlusconi tacco compreso (e io avevo una suola sportiva!). Insomma un hobbit. Anche del giornalismo. Non è neppure antipatico come gioca ad apparire. Scorta a parte (ma serve solo a difenderlo da
Piero Ricca?). Blandisce il pubblico in larga parte forzista che gli fa domande (se possibile) più berlusconiane di lui, simpatizza coi giornalisti locali che ovviamente non hanno né il coraggio né lo stomaco (io per primo) di fargli domande scomode (perché rovinare la festa al Circolo della Stampa e al pubblico delle grandi occasioni?). Parla, è vero, con estrema chiarezza e anche estremo buon senso conservatore doc _ una perla: tra gli immigrati c'è tanta gente onesta, ma l'80% delle rapine violente in casa sono commesse da immigrati (sì, come il signor Olindo...) _ , non capisce una mia modestissima domanda sul 'regime berlusconiano' (nel senso che quindici anni fa era tutto liberismo e rivoluzione liberale, ora vai con l'intervento statale, i dazi, Tremonti e Calderoli. Figurati se paragono il cavaliere a Mussolini, non ce lo vedo proprio a portarci in guerra, me lo immagino più come il Reuccio in fuga a Pescara), fa il solito santino della Thatcher per esaltare il decisionismo ingleso contro la palude parlamentare italiana (dimenticando bellamente che la Lady di ferro fu disarcionata da una congiura di partito e sostituita in corsa dall'incolore Mayor con un voto parlamentare, come Berlusconi ai tempi del Bossi costola della sinistra...). Poi finisce in gloria prendendosela con Travaglio. Che ormai ha rotto abbondantemente i maroni con le sue fotocopie di atti giudiziari, però così finisce che mi ritorna simpatico.
Oh, pare che il prossimo sia Feltri. Un altro simpaticone. Preferivo Ruggero Orlando.

domenica 16 novembre 2008

Voi non ve ne siete accorti, ma i blog sono morti

«Ma l’ idea popolare che i blog potessero rivelarsi un’ alternativa, che portassero un attacco devastatore contro i media si è rivelata ingenua ».
«Chi ha ucciso la blogosfera? Nessuno. La sua morte è stata naturale, e annunciata ».

Così dice Nicolas Carr, blogger e scrittore americano, citato da Lsdi e Mantellini in due ottime analisi sul fenomeno della cosiddetta 'morte dei blog'. Un'espressione che nel suo catastrofismo rivela quel fondo di elitismo (insopportabile) che si ritrova immancabilmente nei pionieri e nei 'guru' della rete. Fase uno: si magnifica lo strumento e si decreta la morte di tutti gli altri. Fase due: appena la 'plebe' s'impossessa dello strumento, si decreta la morte dello stesso. E si passa a un altro. Basta che sia nuovo e poco frequentato.Che i blog non siano un'alternativa ai media mainstream (insomma i giornali e la tv) qualche giornalista old style l'ha sempre detto (gli stessi editori non se n'erano accorti, salvo poi scottarsi le mani e fare marcia indietro). Che pencolino tra generalismo poco innovativo (andando a ruota del flusso tradizionale' dell'informazione) e personalismo del tutto autoreferenziale ('vi dico la mia opinione'- Sì, ok, ma a chi interessa?) è un dato di fatto. Ma rottarmarli già in nome di Facebook (bellino, sì, ma a che serve oltre a ritrovare vecchi compagni di liceo che magari ci riuscivi lo stesso con due telefonate?) o addirittura di Twitter (ma che racconti in venti battute di sms? mah) mi pare francamente un po' esagerato. In fondo, l'esistenza di Personalità confusa e Spinoza per me già giustificano ampiamente l'esistenza dei blog. E il loro futuro.



Sui cortei no-Gelmini, Cossiga torna a dispensare consigli alle forze dell'ordine: "L'ideale sarebbe che di queste manifestazioni fosse vittima un passante, meglio un vecchio, una donna o un bambino, rimanendo ferito da qualche colpo di arma da fuoco sparato dai dimostranti: basterebbe una ferita lieve, ma meglio sarebbe se fosse grave". Mi è improvvisamente venuto in mente il nome di un anziano demente da offrire in sacrificio.da Spinoza

giovedì 13 novembre 2008

Pd, un partito in salute

Il bello delle primarie, parte seconda. Chi sono gli elettori più assidui del Pd? Gli umarells. Come si fa a catturare l'attenzione degli umarells? Parlagli (parla loro) di malattie, sanità, cure, dottori, robe così. Idea vincente di sicuro quella di un circolo piddino forlivese che ha organizzato una serata sui temi sanitari con tanto di medico disponibile allo scontato assedio degli umarells locali. E poi, fuoriprogramma, ospite della serata il sindaco uscente Nadia Masini. Criticatissima (anche dai colleghi di giunta) per una certa ruvidezza di rapporti verso i cittadini, ora è tutta sorrisi e disponibilità. Sospetti di campagna elettorale subliminale, ma no, via...
Lo sfidante prof. Balzani sta già studiando la contromossa: un dibattito al Cup, a chi sottoscrive il suo programma in omaggio un prelievo del sangue!

mercoledì 12 novembre 2008

I fiumi di sangue

Il bello delle primarie del Partito democratico. Sui quotidiani di Forlì, dopo le sequele di firme a sostegno dell'uno e dell'altro, cominciano a piovere lettere al curaro contro i candidati e anche contro i loro sostenitori. Oddio, missive poco gentili verso il sindaco Masini e gli assessori sono un classico della rubrica delle lettere (e spesso le firme sono le stesse, coi temi che girano e rigirano senza sosta, che barba!) ma questo è nella logica delle cose. Che sia iniziato un tiro al bersaglio anche contro l'altro candidato, il prof Roberto Balzani, lascia ipotizzare _ come qualcuno per la verità aveva anticipato _ che in campagna elettorale (delle primarie) scorreranno fiumi di sangue. E gli effetti si faranno sentire anche nella campagna elettorale 'vera', quella della prossima primavera.

lunedì 10 novembre 2008

ultrarefuso




Non bastassero quelli nei titoli e nei testi, ora i giornali possono sfoggiare refusi anche nelle foto.
striscione di saluto a Niccolai durante la partita di basket Forlì-Montecatini

sabato 8 novembre 2008

A spasso in piazza Saffo


venerdì 7 novembre 2008

Ho visto anche degli zingari rapiti

Le leggende metropolitane sugli zingari rapitori di bambini sono una mia grande passione. Questo genere di notizie, si sa, sono un amo irresistibile per la credulità e la sciatteria dei media italiani. Che strillano l'allarme e poi si disinteressano di come va a finire la storia. Wittgenstein segnala una ricerca della Fondazione Migrantes-Università di Verona sui presunti rapimenti di bambini ad opera di rom nel periodo 1986-2007. Partendo dalle notizie giornalistiche e andando a verificare la conclusione delle vicende processuali, la ricerca certifica che in Italia negli ultimi vent'anni non si è mai verificato un 'vero' tentativo di rapimento di bambini da parte di zingari. A parte quello all'ipermercato di Forlimpopoli di cui parlano diffusamente tutte le mamme ai giardinetti.

Vedo missili balistici all'orizzonte

Il Tg1 ha affogato in un mare di chiacchiere la battuta di Berlusconi sull'abbronzatura di Obama. E ha tagliato il resto della dichiarazione: ''... e poi ha il ritmo nel sangue e un membro spropositato!''

giovedì 6 novembre 2008

Ci metto la firma

Nella piccola e tranquilla Forlì non ci facciamo mancare nulla! Siamo alle prese con una baraonda di primarie che neanche Obama e Hillary... Un cataclisma nel sonnolento Pd: il sindaco uscente Nadia Masini sfidata dal prof mazziniano Roberto Balzani che, essendo sotto i cinquant'anni, per la politica forlivese è un giovanissimo. E infatti ha impresso alle primarie uno sprint che ha scombussolato la nomenklatura Pd. Serate pubbliche frizzanti, grande partecipazione. ''Ma se sono sempre gli stessi duecento che si porta dietro da una parte all'altra'' tuona (giuro che il nome non l'ho inventato io) Widmer Valbonesi, poeta e musicista nonché, per hobby, segretario regionale del Pri. La botta, evidentemente, l'hanno sentita anche a destra, dove Balzani può insidiare il voto repubblicano e non solo, non essendo certo tarato dall'etichetta di ex comunista. Nadia Masini, che ultimamente è diventata a Forlì il sacco delle botte (pare che gli altri siano tutti vergini...), gode però di un solido consenso tra gli umarells del partito e delle sezioni. Poi è in ripresa anche nella società civile, dove mobilita falangi di giovani, donne, agricoltori, imprenditori, artisti, sportivi. Insomma tutte le categorie rigorosamente allineate con la loro firmina. Balzani fa altrettanto e le redazioni dei quotidiani locali sono diventate succursali dell'anagrafe: tutti lì a compulsare i nomi, quello sta con quello, quello sta con quell'altro, quello manca ancora. Però è divertente dai, e l'alternativa del centrodestra per ora è nebbia. Meno male che qualche giornale s'è inventato l'immortale giochino ''scegli il tuo sindaco, compila il tagliandino''.

mercoledì 5 novembre 2008

Esito elettorale


Tutto sommato Sarah Palin l'ha presa bene (domani invade la Kamchatca)

martedì 4 novembre 2008

A me Obama non pare neanche tanto nero...




Dai, immagina per un attimo la vittoria di McCain alle elezioni americane. Un uragano sul circo dell'informazione. Deluso Richie Cunningham, deluso il Pd, delusi pure la Gelmini e Mike Bongiorno! Che festa! Magari salta fuori Berlusconi e dice che lui è sempre stato per McCain. M'immagino La Russa e Gasparri e Capezzone! Blob potrebbe camparci per un anno. Poi il baldo combattente del Vietnam annaspa in diretta tv, diventa cianotico, si accascia. E Sarah Palin col suo tailleur appena uscito dal cellophane viene incoronata da Bush...

Ma no, è tutto un sogno (o un incubo). Lo sappiamo bene che la vittoria del progressista nero è scontata. E tutti esulteremo. Poi quando il neopresidente confermerà la presenza in Iraq della più grande base militare americana del mondo e, soprattutto, quando darà ordine all'aviazione di bombardare i siti nucleare iraniani, allora cominceremo a farci qualche domanda.

lunedì 3 novembre 2008

Penne andate di traverso

Il disastro della recente sessione dell'esame dell'Ordine dei giornalisti potrebbe essere una triste metafora della difficoltà di questa professione di adeguarsi alla modernità. Dico modernità che è un termine già vetusto perché io stesso, professionista da sedici anni, ho sempre e solo lavorato su pc, mentre in questi lunghi anni la prova d'esame è andata avanti allegramente su macchina di scrivere. Al primo passaggio alle nuove tecnologie (nuove si fa per dire) è successo il finimondo: decine di pen drive utilizzate per trasferire il compito d'esame sui pc dei candidati sono andate in tilt e per molti la prova si è trasformata in un incubo, in una detenzione all'interno del tristissimo Ergife dalla mattina presto a sera inoltrata.
L'Ordine ha fatto un rituale mea culpa, ma il risvolto interessante è che c'è chi l'ha accusato pure di aver messo il silenziatore al fattaccio.
L'imbarazzo comunque è totale, ne è prova la singolare lettera di scuse diramata dal segretario dell'Ordine.


Cari colleghi,
non è un Toc, toc.
Non è il segretario dell’Ordine che vi scrive, ma Enzo Iacopino.
Il disagio, la vergogna che come collega ho provato ieri sarà per me difficile da dimenticare.
Non mi interessa andare a caccia delle responsabilità, ma avverto, forte, come persona, come collega e (se me lo consentite) come vostro ami co il bisogno di capire che cosa è accaduto al fine di evitare possa ripetersi, sia pure in minima parte.
I tecnici mi dicono che nell’ultima fornitura di pen drive (acquistata presso lo stesso fornitore che ci aveva già consegnato varie centinai a di questi aggeggi infernali) c’era un qualcosa che non ha funzionato.
Eravamo tranquilli, perché pen drive uguali per ditta di produzione e costi erano state usate senza problemi il 26 settembre, nella 95 sessione, con 197 partecipanti, e a Fiuggi in occasione del corso che ha visto la presenza di poco meno di 180 colleghi.
Il resto è cronaca, imbarazzante, di ieri, 31 ottobre.
Neanche il segretario dell’Ordine si sente granché bene, in verità. Non è stato uno spettacolo esaltante, l’attesa coronazione di un impegno teso ad introdurre il computer invece delle antiche macchine per scrivere alle quali, al più, bisognava sostituire il nastro che era stato montato male.
Che cosa può dirvi Enzo Iacopino? Chiedervi scusa? Può bastare?
No, non basta neanche ad Enzo Iacopino che ha, come molti (non tra voi) hanno sperimentato un brutto carattere.
Beh, vi assicuro che chiederò a Enzo di diventare insopportabile (non dovrebbe riuscirgli difficile) fino a quando non avrà garanzie (in verità baro un po’ perché il presidente della commissione, come avete visto, ha dimostrato grande sensibilità consentendo tempi per la prova tali da permettere a chiunque di recuperare da un punto di vista orario ben più delle ore perdute per gli inconvenienti tecnici) che quantisono chiamati a giudicare il vostro lavoro si faranno carico delle tensione aggiuntiva che avete dovuto subire.
Nessuno di voi dovrà preoccuparsi per aver scritto a mano (in verità non siete stati tantissimi ad essere costretti a farlo), della grafia un po’ incerta, di una correzione apportata (anche nel testo stampato), di una piccola integrazione. Questo mi è stato garantito dai membri della commissione presenti ieri all’Ergife e dal segretario Vincenzo Lucrezi: renderanno, tutti, testimonianza delle condizioni di lavoro non ottimali che avremmo dovuto garantirvi.
Preferisco fermarmi qui perché sento la collera montare in maniera incontenibile e vorrei evitare di esprimere giudizi (che non riguardano voi, sia chiaro) ancor più amari su una giornata che avrei voluto diversa.
Vi prego ancora di scusarci.
Vi prego di scusarmi.
Enzo Iacopino

domenica 2 novembre 2008

Moderatamente gelliani


Questo blog aderisce in anticipo al Piano di Rinascita Nazionale che verrà annunciato a reti unificate dal Venerabile Licio Gelli.
Ci permettiamo però di dissentire su un unico punto: laddove il Maestro dice che 'l'ombelico di fuori non dovrebbe essere consentito'. Confidiamo che il Fratello Cavaliere sia dalla nostra parte!

venerdì 31 ottobre 2008

Non è un mestiere per giovani



Ferita una giornalista. Anche tv e giornali hanno dedicato poche parole, pochissime righe, al fatto che una collaboratrice del Corriere di Bologna è stata colpita da una bottigliata alla testa durante i tafferugli di ieri, alla manifestazione anti-Gelmini di Bologna. Peccato che ne parlino poco soprattutto i giornali. Perché questa vicenda apre una bella finestra sul mondo dell'informazione in Italia. La collega colpita è infatti una precaria, una collaboratrice pagata a pezzo, non coperta dalla previdenza professionale. Una giornalista con un reddito di poche centinaia di euro al mese mandata a seguire un fatto importante e delicato (e, purtroppo, pericoloso). Una realtà che dovrebbero conoscere gli organi di controllo, gli enti professionali, i tanti (e mi tocca dire purtroppo tanti) giovani che ancora desiderano fare questo mestiere e quelli che parlano di casta. Tipo Grillo, che era alla manifestazione di Bologna e se l'è cavata con qualche fischio. Poi oggi se la prenderà con la casta dei giornalisti.

mercoledì 29 ottobre 2008

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Tipi di piazza Saffi anni 80 (umarells forlivesi) in mostra all'ex Monte di Pietà in corso Garibaldi

Link

Sprechi all'Università di Forlì: termosifoni accesi e finestre aperte alla biblioteca Ruffilli, 60 mila euro in licenze Microsoft per i pc di scienze politiche
www.vamale.it

Guarda il Monitor con attenzione

Il Christian Science Monitor, prestigioso (davvero) quotidiano americano, ha deciso di traslocare su internet. Lo segnala Mario Tedeschini Lalli parlando giustamente di un passaggio epocale. Dal significato evidentemente non universale, poiché il Monitor è un giornale tendenzialmente no profit, di proprietà di una chiesa. Ma indubbiamente interessante. Anche per un altro verso: rimarrà un'edizione domenicale di carta per chi non ha voglia di leggerselo in rete. O per chi preferisce portarselo in bagno o in poltrona. Gli ultimi baluardi del 'vecchio' giornale. Insomma, non è affatto detto che la stampa come la conosciamo oggi (che peraltro è già ampiamente diversa da come la conoscevano una cinquantina d'anni fa) sia destinata a sparire. Si trasformerà, come sempre. E ci saranno probabilmente ancora frotte di lettori vintage.

Libri sfogliati in ottobre







L'inattesa piega degli eventi
di Enrico Brizzi
Una racconto di fantafascismo e calcio coloniale, divertente ma un po' lungo e brodoso. Con le figurine dei calciatori afro-italiani in copertina. Sette meno.

Morte a Breslavia di Marek Krajewski
Giallo originalissimo. Commissario puttaniere nella Breslavia nazista del 1933 indaga su un omicidio rituale.
Purtroppo ha dato origine a una saga. Comunque otto.

A noi vivi di Robert A. Heinlein
Truffa editoriale spacciata come simil opera prima di un grande romanziere. Bella copertina. Ci sono cascato. Cinque e mezzo.

Oblio di David Foster Wallace
Abbandonato sul comodino. Per ora n.c.

lunedì 27 ottobre 2008

O Roma o Orte




La simpatica polemica sui numeri della manifestazione romana del Pd ha dei risvolti politicamente, sociologicamente e neurologicamente davvero interessanti. Ieri sul tg di Sky hanno allestito un teatrino vespiano con tanto di immagini satellitari via Google per scandagliare la capienza del Circo massimo. Poi s'è scoperto che c'è da anni una mappatura delle piazze e dei luoghi di ritrovo politici con tanto di posti precisi al millimetro, neanche ci fossero i tornelli di Brunetta. Insomma non erano due milioni ma appena trecentomila, questura dixit. E m'è venuto di un simpatico ufficiale dei carabinieri che in occasione di una rituale marcia nostalgica a Predappio mi assicurò che i presenti erano diecimila. Alla mia obiezione che, a occhio, non erano neanche la metà, si lasciò scappare una confidenza: 'Coi neri raddoppiamo, coi rossi dividiamo per due!'. Stamattina su una tv locale che sovente ospita anche mie indecorose apparizioni, un consigliere regionale di destra ha sfoderato un'inusuale dose di buonsenso ammettendo che sicuramente i marciatori romani del Pd erano più di trecentomila, magari anche un milione, ma non conta perchè si sa che la sinistra è brava a portare la gente in piazza. E i marciatori romani berlusconiani di appena due anni fa? Ma sì, ha detto il tipo, saranno stati anche loro un milione (allora si disse due, ndr) ma è risaputo che la destra fa più fatica a scendere in piazza, quindi valgono di più. Non se ne esce, ci vogliono le primarie anche per le manifestazioni. E magari pure i tornelli.

venerdì 24 ottobre 2008

Elogio del Tso





La sconcertante intervista rilasciata dal presidente emerito Cossiga al giornale che mi paga lo stipendio mi ha fatto pensare agli imperdibili articoli del lunedì di Alberoni sul Corsera: sparo cazzate, dico le cose più ovvie, sfrontate, incredibili, le infarcisco di luoghi comuni a ricalco delle opinioni più bieche, in più le condisco con un po' di provocazione ed effetti speciali, e ad ogni puntata aumento sempre più la dose, vediamo un po' quando mi fermerete... E invece, oh, quelli continuano sempre a beccare. E dicono pure che sono intelligente ed acuto.

* mi dissocio dalla scritta nella foto, almeno per quanto riguarda la frase tra parentesi

martedì 21 ottobre 2008

Io bingo bongo






Una volta a sei anni sono stato un extracomunitario. Nel senso che dalla natìa toscana sono stato sbalzato (per meri motivi di trasferimento lavorativo del mi' babbo) nella più desolata e nebbiosa Bassa bolognese. Forse avrei avuto bisogno anch'io di una classe separata d'inserimento linguistico. Nel senso che io parlavo italiano (seppure con la tipica c aspirata che ho ben presto ho perso) e i miei nuovi compagni si esprimevano in un buffo dialetto tutto pieno di esse striscianti (che mi sono rimaste appiccicate tanto da inibirmi qualsiasi apparizione audio-visiva). Ma io ero il bingo bongo, quello strano che veniva da chissà dove. E che sul grembiulino portava un fiocco blu, mica quello d'ordinanza nero a pallini bianchi, e non aveva neppure i gradi (una riga per ogni classe d'appartenenza!) sulla spallina.
Non è passato un secolo, o forse sì. Erano i tristi anni Settanta. E se ti spostavi di cento chilometri dalla tua residenza, nel posto in cui eri arrivato ti dicevano in faccia: 'Siete venuti a portarci via il lavoro!'. L'inserimento è stato davvero difficile, anche a scuola. Per fortuna c'erano maestri che si esprimevano nella mia lingua e che hanno fatto di tutto per amalgamare la classe. Per non tenere indietro quelli 'stranieri' e magari un po' più bravini, e quelli 'autoctoni' magari un po' più zucconi o forse solo con mezzi linguistici più limitati. Non so se dalla mia modesta esperienza si possa trarre una morale. Potrei dire che il maestro unico non è una tragedia (ma insegnanti diversi e più qualificati, perché nessuno sa tutto di tutto, forse è meglio...), che il grembiulino non mi ha traumatizzato (ma le mie figlie che non lo usano non sono né succubi della moda né inclini all'anarchia in classe), che le classi differenziali per negri, handicappati, comunisti, omosessuali e ebrei sono un abominio (ma insegnanti ben formati, corsi d'italiano di sostegno per stranieri e soprattutto limiti al numero di stranieri per classe, anche per evitare ghetti ad hoc fatti da presidi furbini, sono un'assoluta necessità). Il resto è solo marketing politico.

sabato 18 ottobre 2008

Hail to Letterman


Raisat ha mandato in onda ieri sera l'intervista di David Letterman al candidato alla presidenza Usa John McCain. Che spettacolo. E che lezione di giornalismo. Recentemente McCain aveva annullato la partecipazione allo show di Letterman (il 'modello' di Luttazzi e Fazio) con la scusa di dover volare a Washington per votare il piano anti-crisi finanziaria. E invece si era concesso a un'altra intervistatrice. Letterman non gliel'ha perdonata e lo ha massacrato puntata dopo puntata (immaginate cosa sarebbe sucesso in Italia...) finché non si è ripresentato in studio. E non gli ha concesso nulla. Col sorriso sulle labbra, ha chiesto conto al candidato della sua 'fuga'. E lui ha allargato le braccia: 'Ho toppato'. E poi lo ha incalzato sulle sue amicizie pericolose (in parallelo con la polemica sui legami tra Obama e un ex terrorista) nonché sulla candidata vicepresidente Sarah Palin: 'Sarebbe davvero capace di far fronte a un'emergenza come un altro 11 settembre?'; 'Ma come l'avete trovata: avete riunito una commissione o sfogliato a caso l'elenco del telefono?'. Sconcertante la risposta di McCain: 'Sono orgoglioso di lei, è una riformatrice, è una donna capace di ispirare gli americani'. Non solo gli americani.

venerdì 17 ottobre 2008

Il Giornale dalla parte degli zingari

Ancora sulla vicenda dei due rom accusati di aver tentato di rapire un bambino, recentemente scagionati. La notizia del proscioglimento è ovviamente caduta nel disinteresse più totale di chi a suo tempo aveva gridato all'inveramento della leggenda metropolitana dello zingaro rapitore. Nota di merito (stavolta) per il Giornale, che ha raccontato la storia in prima pagina.

mercoledì 15 ottobre 2008

Sarah Palin? Nude, of course




Com’era logico che accadesse, nei giorni della sua nomina a candidato vicepresidente da parte di McCain, l’attenzione del pubblico americano si è concentrata ossessivamente sul fenomeno Sarah Palin. La semisconosciuta governatrice dell’Alaska ha attirato un mare di attenzioni anche in rete. I navigatori di internet - che amano spesso rappresentarsi come la parte più evoluta e sveglia della società - hanno puntato la lente sui caratteri peculiari della nuova arma anti-Obama dei conservatori Usa. L’edizione online di Time si è presa la briga di inventariare le più cliccate chiavi di ricerca associate al nome di Sarah Palin. Che avranno dunque chiesto a Google gli internauti a stelle e strisce? Cosa pensa Sarah Palin della situazione mediorientale? Le sue posizioni nella lotta al riscaldamento globale? Se e favorevole o no all’estensione dell’assicurazione sanitaria a quei milioni di americani che non ne usufruiscono ancora? Niente di tutto questo. ‘Sarah Palin nude’, ‘Hot photos’, ‘Beauty pageant’ e ‘Bikini photos’ hanno intasato il motore di ricerca. ‘Alaska: Coldest State, Hottest Governor’, lo slogan coniato da qualche buontempone conservatore (o cripto-obamiano?), è parso più che mai centrato. Anche in questo caso, se mai ce ne fosse ancora bisogno, la ‘contabilità’ delle ricerche in rete si è rivelata lo specchio fedele delle pulsioni che attraversano la società. L’aura progressista di internet (incensata dalla campagna elettorale e dalla raccolta fondi di Obama) ne viene fortemente ridimensionata. Ma è giusto che sia così. Lo strumento è ottimo, realmente innovativo per la politica (in Italia però è pura fantascienza), ma il ‘manico’ è ancora quello della società di massa che si esprime allo stesso modo nelle tv e nei giornali. Internauti, occhio a fare i primi della classe.

da La Società cooperativa

Marciare, non marcire (in ufficio)


Il ministro Brunetta con guardia del corpo della Hitlerjugend



Scalfari dice che senta puzza di fascismo. E' vero. La battaglia del ministro Brunetta contro i fannulloni ha infatti un illustre precedente di regime (emulato, pensate, anche da Prodi! che del resto non si chiama Romano per nulla).
Lo cita oggi il Messaggero. Si sa com'è andata a finire.

«È ormai diventato un sistema quello adottato da Ufficiali e Funzionari che consiste nell'avviarsi all'ufficio alle 8 il che significa essere al tavolo del lavoro non prima delle 8 e 15 e forse più tardi. Esigo che questa deplorevole abitudine, tipica manifestazione di quel pressappochismo deleteria tara del carattere di troppi italiani abbia immediatamente a cessare. Alle 8 chi non è già al suo tavolo di lavoro ha perduto la giornata con le relative conseguenze. Farò controllare quanto sopra».
Firmato: MUSSOLINI.

martedì 14 ottobre 2008

Elogio della stagista

Da qualche anno a questa parte le redazione dei giornali si sono riempite di stagiste. Le provenienze sono le più diverse: scuole di giornalismo, facoltà di scienza delle comunicazioni, cerchia familiare dell'editore. Ma in genere si tratta di ragazze preparate ed entusiaste della professione, un segno della crescente femminilizzazione del giornalismo. Sembrerà incredibile, ma la maggior parte della casta giornalistica ha un'istintiva repulsione per le stagiste. Giocano pesantemente in questo caso la difesa di una presunta identità maschile del ceto, la mai sconfessata credenza che i giornalisti si fanno con la gavetta e non con le scuole, la (pur giustificata) convinzione sindacale che gli stagisti vengano ormai adoperati dagli editori come carne da cannone in sostituzione di più costosi contratti a tempo determinato.
Invece le stagiste hanno portato una delle rare ventate d'aria fresca in questa sempre più polverosa professione. Intanto obbligano i colleghi a moderare il linguaggio cinico e maschilista (o a potenziarlo per mettersi in evidenza...), incitano implicitamente a una maggiore cura dell'abbigliamento (via qualla cravatta sporca d'unto, meglio una polo vintage...) e hanno la grazia e il candore per porre quelle domande che tutti dovremmo farci almeno una volta al giorno: 'perché hai messo sul giornale quella foto segnaletica del tipo arrestato con un grammo di hashish? Così crocifiggiamo un povero sfigato per una sciocchezza e poi mi sembra che ci sia una legge che lo vieta...'

Miti e tragedie



DOLORE, rabbia, indignazione, volontà di approfondire i problemi e tracciare percorsi di soluzione: differenti stati d’animo hanno attraversato il dibattito organizzato lunedì sera al Padiglione delle Terme di Castrocaro dagli ‘Amici di Alberto’. Amici che lo hanno conosciuto e amici ‘nuovi’ che sono stati profondamente toccati dalla tragedia di un ragazzo che, ad appena 28 anni, ha deciso di togliersi la vita dopo essere stato denunciato per il possesso di una modesta quantità di hashish. Una mobilitazione che ha raccolto oltre cinquecento firme in calce a un manifesto d’amore per Alberto e di dura condanna per il meccanismo di criminalizzazione innescato — a giudizio degli ‘Amici di Alberto’ — dalla legge sulle tossicodipendenze, dall’azione delle forze dell’ordine e dal ‘sensazionalismo’ della stampa.

DAVANTI a un foltissimo pubblico, gli amici hanno tracciato un commosso ricordo di Alberto: «Un ragazzo normale che non viveva la cultura dello sballo». Il fratello del giovane, parlando a nome della famiglia schiantata dal dolore, ha denunciato il ‘processo sommario’ subìto da Alberto ed ha concluso: «Vorremmo che il suo sacrificio servisse ad evitarne altri». Il dibattito sul tema «Droghe: demoni e miti» è stato poi animato dagli interventi del presidente regionale dell’Ordine dei giornalisti Gerardo Bombonato, di don Dario Ciani della Comunità di Sadurano e di don Andrea Gallo della Comunità di San Benedetto al Porto di Genova.
Bombonato ha fatto un’impietosa autocritica per la categoria dei giornalisti: «Abbiamo carte deontologiche all’avanguardia ma il problema è rispettarle nel lavoro di tutti i giorni. Troppo spesso i giornalisti non le rispettano né le conoscono». Il presidente dell’Ordine professionale ha inoltre severamente criticato il trattamento della vicenda di Alberto sui giornali locali: «Se tante persone si sono mobilitate attorno a questa tragedia è meglio per noi cominciare a riflettere...». L’intervento di don Gallo è stato un accorato appello affinché tutti si mettano in discussione dinanzi alla deriva dell’intolleranza e dell’individualismo: «Scusa Alberto per quello che ti abbiamo fatto!». Il ‘prete da marciapiede’ si è poi scagliato con forza contro gli effetti dannosi della legge sulle droghe e ha invocato una reazione delle chiese, delle agenzie educative, delle università.

DON DARIO Ciani è invece andato al cuore del problema degli effetti perversi dei meccanismi accusatori e informativi: «I processi, prima di finire sulle pagine dei giornali e nelle aule di tribunale, ormai si fanno nelle caserme e in questura. Le forze dell’ordine devono fare il loro lavoro per aiutare la legalità, non per fare giustizia in proprio, come avviene anche in certe conferenze stampa».
dal Resto del Carlino Forlì del 12 settembre 2007

Riciclate pure

Riciclare gli articoli altrui, vecchio vizio del giornalismo all'insegna del nulla si crea, nulla si distrugge (e non si butta via niente, come il maiale). Il caso dell'articolo sui voli virtuali a basso costo per poveri (ovviamente su un aereo che rimane fermo sulla pista, per di più con un'ala rotta!) rimbalza da un sito all'altro, grazie a Reporters che ha smascherato il Corriere della Sera. Il divertente pezzetto era infatti già uscito su Times e su un altro giornale indiano. Insomma una copiatura a catena senza indicazione di fonti (pare succede anche su internet...). Da parte mia non ci trova nulla di male nell'ispirarsi ad altri e addirittura citare, ovviamente indicando la fonte. Spesso succede addirittura che i secondi pezzi siano addirittura migliori dei primi (anche perché essere un bravo giornalista, che vuol dire prima di tutto essere capace di trovare le notizie, non sempre va di pari passo con l'essere un buon scrittore). Ai giornali locali, che raccattano notizie per strada invece che dall'Ansa, capita ovviamente spesso di essere copiati. E i colleghi più famosi, tipo corsivisti o saggisti, hanno il buon gusto di citare gli autori delle notizie che poi loro infiocchettano. Uno che indulge in questa pratica con correttezza ma anche con un po' di civetteria è il buon Giampaolo Pansa. Mi è capitato invece (una quindicina d'anni fa) di rivedere il giorno dopo un mio articolo ripreso pari pari sulle cronache di Repubblica. Si trattava di un modesto reportage a Tredozio, paese appenninico afflitto da una serie di continue scosse di terremoto. Un paese evidentemente un po' troppo lontano per essere visitato di persona da un inviato romano! In un'altra occasione non sono stato copiato, ma ho letto sul Corriere le stesse cose che avevo visto io (a Predappio, per la solita manifestazione nostalgica) ed ovviamente ero l'unico giornalista sul posto.

E' vero: i giornalisti inventano

Uno dei luoghi comuni più fastidiosi sulla professione giornalistica è il trito 'i giornalisti s'inventano le notizie'. Ora, a parte che questo fa a pugni con l'altro assunto popolare che i giornalisti nascondono le notizie, bisogna avere però lo stomaco di ammettere che a volte è vero. Non solo nei casi eclatanti e negativi del reporter americano scoperto ad inventarsi di sana pianta reportage esclusivi (ci hanno pure fatto un film: il reporter è stato radiato, ha preso un master in legge e ora fa l'avvocato di successo....) e del cronista sardo sospeso dal lavoro per un anno dopo aver creato dal nulla una storia strappalacrime. Senza dimenticare lo storico caso del maestro Luzzato Fegiz al Corsera: la serata finale del festival di Sanremo una decina d'anni fa prevedeva l'esibizione attorno a mezzanotte dell'ospite d'onore, il grande Elton John. Fegiz, ovviamente per mettersi avanti col lavoro e stare nei tempi di stampa del giornale (o forse per andarsene al ristorante...) concluse l'articolo prima, magnificando l'esibizione della star britannica. Peccato che quella sera Elton John dette buca a Sanremo e tutta l'Italia il giorno dopo sghignazzò leggendo sul Corrierone la cronaca dell'entusiasmante concerto che non c'era mai stato.
Ma l'invenzione accade quotidianamente ed è pure una strategia di sopravvivenza. Ci sono infatti interlocutori che, incredibile a dirsi, nonostante il ruolo pubblico rivestito, sono incapaci di spiccicare frasi di senso compiuto. Al povero cronista non resta quindi che estrapolare il senso di una loro dichiarazione e renderla in una forma minimamente accettabile, alle volte ricostruendo interi passaggi logici che ovviamente l'intervistato ha bellamente saltato. Il più bel complimento che ho ricevuto dopo la pubblicazione di un'intervista è stato: 'Sottoscrivo tutte le mie parole nell'articolo, anche quelle che non ho mai detto!'
Un caso limite è quello capitato a un mio giovane collega appena pochi giorni fa. L'attore Gabriele Lavia è atteso a Forlì per mettere in scena Shakespeare al Fabbri. L'ufficio stampa organizza un appuntamento telefonico per un'intervista di presentazione dello spettacolo.
Pronto, Lavia? Sono il giornalista del Carlino per l'intervista...
Oh guardi, adesso non ho tempo, sono qui con Maria Fragolina (la figlia,ndr) e non ho voglia di parlare con lei
Ma eravamo d'accordo con l'ufficio stampa, mi hanno detto che...
Sì, sì, va bene, l'intervista è importante, ci tengo anch'io. Se la inventi
Ma come? Inventarla?
Sì, l'ha già fatto Luzzato Fegiz sul Corriere ed è venuta benissimo. Faccia come lui, copi dal mio sito internet, ci metta qualche bella dichiarazione e vada tranquillo. Io non la smentirò neanche se mi fa dire 'Sì, sono una busona!' (testuale, ndr)
Mi scusi, ma non mi pare professionale
Ma cosa dice, lei deve fare come il monaco arciere che mira al bersaglio con la benda sugli occhi... cameriere, un cappuccino e una cioccolata calda!

Ovviamente il collega non se l'è sentita di fare come il monaco bendato ed ha scritto una presentazione dello spettacolo inserendo alcune precedenti dichiarazioni di Lavia. Chissà se erano vere.


Sui referendum di Grillo

L’informazione è libera e l’ordine dei giornalisti limita la libertà di informazione. Chiunque deve poter scrivere senza vincoli se non quelli previsti dalla legge.
I giornalisti liberi straccino la tessera, non ne hanno bisogno, il loro unico punto di riferimento è il lettore.
Il 25 aprile si firmerà per un referendum in tre punti per una libera informazione in un libero Stato. Il primo punto sarà l’abrogazione della legge 66/1963, perchè l’accesso alla professione di giornalista e il suo esercizio siano liberi da vincoli burocratici e corporativi di sorta.
dal blog di Beppe Grillo


Grillo dice tante cose giuste e sacrosante che ogni tanto ha diritto di dire anche qualche stronzata. Nella sua battaglia per la libertà d'informazione (ripeto: sacrosanta al 99%) sta inanellando però una serie vorticosa di stronzate, fuori limite. Ma il problema non è lui che parla. E' che tanti lo ascoltano, pendono dalle sue labbra e si bevono tutto. Grillo ora è partito a testa bassa contro l'Ordine dei Giornalisti come emblema della casta: l'albo mussoliniano dei giornalisti. A parte che il buon comico miliardario non ha ancora spiegato in cosa consiste la casta dei giornalisti (il fatto di essere pagati a fine mese? Peccato per lui, succede solo ad alcuni fortunati peraltro senza contratto da due anni, una buona metà sopravvive con compensi da fame), bisognerebbe forse spiegargli (e questo lo dovrebbe fare proprio l'Ordine) che sui giornali, da sempre, possono scrivere tutti: giornalisti iscritti all'Ordine, giornalisti dilettanti, semplici cittadini. E' un principio costituzionale, ma forse Grillo non conosce queste cose. Rispetto ad altre professioni, l'appartenenza all'Ordine dei giornalisti è successiva all'entrata nella professione e non è affatto un limite! Nel senso che prima si viene assunti, poi _ avendo la qualifica professionale di giornalisti _ si entra nell'Ordine. L'appartenenza all'Ordine non dà luogo _ sembrerà incredibile a Grillo _ a nessun privilegio. In realtà per i giornalisti (contrariamente ad altri ordini professionali) non esiste neppure un vero segreto professionale. Il giornalista convocato in aula di Tribunale come testimone deve infatti parlare: altrimenti va dentro! L'espulsione dall'Ordine dei giornalisti _ come dimostrano ampiamente i casi di Farina, Feltri e altri _ non preclude nemmeno la prosecuzione dell'attività giornalistica. Allora a che serve l'Ordine dei giornalisti? A nulla, appunto. E' solo un organo burocratico, parastatale, che ha la sua unica ragione di vita nella riscossione delle quote annuale di tesseramento. I suoi compiti di controllo sul rispetto della deontologia e dell'indipendenza dei giornalisti sono perseguiti con risultati risibili: il grave stato dell'informazione in Italia (e qui in termini generali Grillo ha ragione) è sotto gli occhi di tutti, ma l'Ordine tace. Mentre la categoria (a parte i teledivi e pochi altri) è sotto il tallone di editori che troppo spesso considerano i giornali come mezzi di pressione politico-economica oppure come depliant pubblicitari. Ed è per questo che da decenni, prima che se ne accorgesse Grillo, sono migliaia i giornalisti che chiedono l'abolizione di questo vecchio simulacro dell'indipendenza.

Ma tutto questo c'entra ben poco con la libertà d'informazione. Anzi, a rigor di logica, ci vorrebbe un ordine professionale più forte e incisivo. Ma tutto questo Grillo non lo sa. O fa finta di non saperlo.

Vogliamo i Lagunari di quartiere

Superato finalmente il tabù dell'utilizzo dell'esercito ai fini dell'ordine pubblico (innovazione che ci mette alla pari con società democratiche avanzate come Colombia, Kirghizistan e Papua-Nuova Guinea), si potranno ora aprire importanti opportunità di utilizzo dei nostri baldi militari in svariati ambiti. Già vedo fioccare le proposte di legge da parte di parlamentari di ogni schieramento. In vista della stagione estiva si potrebbe infatti pensare ad operazioni anfibie per combattere l'inquietante fenomeno delle vendite i borse taroccate in spiaggia. Allo stesso tempo, con evidente risparmio di uomini e mezzi, le forze armate vigilerebbero anche sull'incauta balneazione post prandiale da parte dei soliti turisti tedeschi satolli e alticci. La preparazione specifica, l'equipaggiamento tecnologico e le riconosciute capacità mimetiche consentirebbero inoltre ai nostri validi Incursori di essere dislocati nei parchi pubblici, pronti a sventare attentati alla virtù di accondiscenti minorenni da parte di brufolosi e intraprendenti coetanei. Contro il fenomeno degli immigrati satiri che importunano italiane di ogni età e taglia si potrebbe pensare all'utilizzo di ronde notturne di aitanti soldatesse friulane (è lo stesso principio degli agenti provocatori dell'Fbi). E infine, contro le stragi del sabato sera, perché non schierare in forze sulle strade le nostre truppe corazzate? L'evidente gap di velocità negli inseguimenti verrebbe perlomeno equilibrato dalla capacità di resistenza agli urti con i Suv.

Wolmer Casadei (2)

mercoledì 12 marzo 2008, Veltroni a Forlì
Ad ogni tappa del suo tour elettorale col pullman verde, il candidato premier Walter Veltroni si è fatto invitare a pranzo o a cena da una famiglia di 'gente comune', forse per dimostrare che è vicino al popolo, che è alla mano, forse per scroccare un pasto (la campagna elettorale costa...) o forse per imitare i Simpson (vedi video). Solo a Forlì, la settimana scorsa, ha saltato questo appuntamento gastronomico che è diventato un po' il marchio del suo tour. Si è detto che Walter ha digiunato perché in serata doveva parlare a Bologna, andava di corsa, c'era Prodi al telefono che lo aspettava, deve perdere due chili, eccetera eccetera.
No, la realtà è che la cena forlivese di Walter c'è stata. E i soliti giornali di regime (L'Unità, Repubblica, IL Carlino) l'hanno censurata. Ecco com'è andata veramente.

Ore 20. Walter Veltroni con un codazzo di addetti stampa, collaboratori e piddini forlivesi si avvicina al cancello della residenza di Wolmer Casadei, il cittadino selezionato per accoglierlo a cena. Lo ha scelto personalmente l'assessore comunale Gabriele Zelli, estraendo il nominativo dal suo personale database: Casadei è risultato l'unico forlivese presente per sei anni consecutivi a tutte le conferenze sui personaggi storici forlivesi (da E' Gob ad Bartlett al vigile Fischietto d'oro) organizzate dallo stesso Zelli nelle sedi circoscrizionali e nelle parrocchie forlivesi. E' indubitabilmente lui il forlivese medio.
Mentre Walter sta per suonare il campanello della villetta anni '60 di Casadei (un casolare di campagna anni 60 in via Cerchia, riadattato abusivamente e poi sanato, con l'ulteriore aggiunta di sei box esterni per auto, una piscina gonfiabile, un castello-gioco stile Gommolandia e una piazzola barbecue di duecento metri quadri in cemento), lo staff del leader Pd si accorge che manca il rituale dono di un cabaret di pasticceria sopraffina. 'Compagni e/o amici _ dice Walter rivolgendosi ai forlivesi presenti _ pensateci voi per favore. Procuratemi qualch pasticcino ma anche un buon vino'. La scelta cade su Giuliano Pedulli, ex segretario Ds e parlamentare uscente non riconfermato in lista. Pedulli si sacrifica nell'ingrato compito e torna dopo pochi minuti col dono per la famiglia Casadei: un sacchetto di savoiardi da euro 1,25 e un cartoccio di vino rosso da tavola Ronco.
Ore 20.15. Veltroni fa finalmente il suo ingresso trionfale in casa Casadei, accolto dal capofamiglia in abito da cerimonia grigio con cravatta gialla e fazzolettino rosso che spunta dal taschino. La cena è già pronta e il candidato premier, dopo la rituale consegna dei doni, si siede a capotavola. Alla sua destra c'è Samantah, la primogenita ventenne di Wolmer. Alla sua sinistra il capofamiglia, poi la giovane Deborah e il piccolo Widmer, appena cinque anni ma già 75 chili di floridezza romagnola. In cucina sta trafficando Ana Lucia, sposata da Wolmer durante una lontana vacanza da single a Cuba. La donna, completamente naturalizzata gastronomicamente, propone sei primi con tutte le varianti di condimento dei cappelletti, più un intermezzo di piadina e squaquerone, formaggio di fossa guarnito con salame di mora e spalmato di saba, carne d'agnello di svariate dimensioni e frittura mista di paranza. Totale calorie: quattromila salvo complicazioni. Tra una portata e l'altra Veltroni infila qualche battuta, qualche spot elettorale ad uso delle telecamere presenti (confinate in terrazza a fianco della cassetta dei bisognini del gatto di casa: Hulk, un mostro rosso di dodici chili effetto della castrazione artigianale opera di Wainer, il defunto padre di Wolmer) ma è alla fine della cena che c'è spazio per il vero dialogo. Wolmer gioca la sua carta vincente: il nocino fatto in casa (o meglio in cantina, usando kerosene come additivo). Samantha, che sfoggia un top bianco aderentissimo e un regolamentare piecing all'ombelico, si sporge in avanti per mescere il nocino all'illustre ospite. L'occchio di Walter casca sulla scollatura della ragazza: 'Questo sì che è un bell'esempio di integrazione. La difesa dei valori tradizionale ma anche l'apertura al mondo. L'esaltazione della bellezza ma anche l'orgoglio della castità. L'eleganza ma anche la semplicità....' 'Oh Walter, ora basta, bevi!' lo gela Wolmer. Veltroni si riprende e rilancia: 'Ma vi prego, fatemi tutte le domande che volete, dobbiamo conoscerci meglio...' Interviene il piccolo Widmer: 'Tu sei il sindaco romanista? Io tengo per il Cesena, tié'. Walter cerca allora di superare l'imbarazzo rivolgendosi alla padrona di casa e parlando di Cuba: 'La patria di Fidel, della revolucion, il comunismo tropicale ma anche di Buena Vista Social Club, dei sigari, dei poeti gay dissidenti...Lei non ha nostalgia?'. 'Senti bello, lascia stare _ replica Ana Lucia _ Là facevo la fame, mi toccava fare la pr... periodista, fortuna che ho trovato questo pataca'.
Ma infine lo staff scalpita. E il momento dei saluti, della partenza per un'altra tappa del tour. 'Si può fare!' scandisce il candidato premier alzandosi da tavola con le briciole di savoiardo sulla cravatta. E Wolmer: 'Oh Walter, t'am pis propri... ma perché non ti sei candidato con Berlusconi? Così ti votavo anch'io...'.

Wolmer Casadei (1)

Il signor Wolmer Casadei è un affezionato lettore del Carlino da 53 anni. Cioé fin da quando era avvolto nella placenta della madre. Attraverso il liquido amniotico assorbiva la lettura delle ultime novità della cronaca forlivese dei primi anni Cinquanta: polemiche sul piano del traffico, lamentele dei forlivesi per la mancanza di parcheggi, proteste e timori per l'aumento incontrollato di immigrati (siciliani, pugliesi, calabresi, marchigiani e forlimpopolesi).
Il Carlino è il 'suo' giornale. Nel senso che non lo compra, ma quando va al bar lo sequestra per un'ora e gli altri avventori sono costretti a scelte di ripiego: Gazzetta dello Sport, Libero, Il Sole 24 Ore, Wall Street Journal. La lettura del signor Wolmer ondeggia tra la cronaca spicciola (denunce per schiamazzi notturni e tamponamenti a catena) e le pagine delle inserzioni (ora ingentilite dai tratti di evidenziatore giallo su descrizioni tipo ' calda mulatta ottava naturale pronta a ogni perversione, anche bacio in bocca').
Il signor Wolmer è un lettore 2.0. Interagisce coi giornalisti e ribalta il concetto di informazione top-down. Infatti commenta ad alta voce le notizie con le espressioni 'Me deg che ohhh' e 'Ac fata roba'. Poi telefona in redazione chiedendo ulteriori ragguagli perché è consapevole che i redattori hanno generalmente poco spazio e quindi trattengono per loro importanti informazioni. Ma sono sicuramente desiderosi di elargirle ai cittadini curiosi. Il signor Wolmer vuole anche essere aggiornato. Così attorno alle 20.30, quando i redattori cominciano a far su i loro stracci per andare a cena, telefona e chiede: 'Scusate, ma quella luce che si vede vicino al campanile di San Mercuriale è un Ufo o una cometa?'
Il signor Wolmer si fida della qualità dell'informazione garantita dal Carlino. Oddio, la volta che ha letto che un tal incidente stradale si era verificato all'incrocio tra viale dell'Appennino e viale Roma ha avuto qualche dubbio...Poi si è ricordato anche del confronto tra le locandine dei diversi giornali locali: una volta ha letto in una 'Schianto, muore un 29enne', nell'altra 'Tragedia della strada, morto un 28enne', nella terza 'Scontro, la vittima è un 27enne'. 'Questo è il bello del pluralismo dell'informazione' ne ha dedotto.
Nelle scorse settimane il signor Wolmer ha seguito con passione e attenzione (cioé ha letto i titoli e le didascalie delle foto) la polemica sull'allargamento della Ztl e il tira e molla sui parcheggi. Si è rammaricato delle dimissioni dell'assessore verde Sandra Morelli (tra i commenti dei clienti del bar c'è stato molto pluralismo...ma non riguardava l'età) ed ha accolto comunque con favore la promessa del sindaco di sperimentare la gratuità della sosta al sabato nei mesi di dicembre e gennaio.
Sabato scorso il signor Wolmer ha inforcato la sua Grande PUnto amaranto Euro 4 e l'ha piazzata orgogliosamente in corso della Repubblica. Senza pagare la sosta. Quando un vigile gli ha fatto notare che era in multa, lui ha replicato 'Ma c'era scritto sul Carlino che si poteva parcheggiare gratis!'. Il vigile gli ha fatto notare che per parcheggiare gratis ci voleva un'ordinanza del sindaco. Il sindaco aveva promesso ma non ha ancora fatto. Allora il signor Wolmer si è precipitato sotto le finestre della redazione e ci ha mostrato un uso alternativo ed ecologico del nostro prestigioso giornale.