mercoledì 16 settembre 2009

Ho diffamato un bamboccione?

Comincio la giornata in grande spolvero aprendo la raccomandata di un avvocato che mi ingiunge di togliere da un mio modesto blog la foto di un suo assistito. Dice che il tipo non ha mai dato il consenso alla pubblicazione della foto e che perdipiù si ritiene diffamato dal titolo del post e dalla qualifica di 'bamboccione'. Chiedo venia. Non mi ero reso conto che riprendere la foto scattata dal fotografo ufficiale del Carlino nel corso di una manifestazione pubblica (la solita sfilata di nostalgici a Predappio) ad un gruppo di simpaticoni in uniforme repubblichina, rituale saluto a braccio teso e sorriso stampato sul faccione con occhio rivolto al fotografo, potesse configurare il reato di violazione della privacy se non addirittura la diffamazione. Potrei rifiutarmi di adempiere alla richiesta, finendo però in tribunale con le spese legali a mio carico. Alla fine, non c'è storia, il giudice mi darebbe sicuramente ragione. Ma intanto avrei speso soldi e tempo. Non mi pare francamente una battaglia per la libertà, anche se qui sta uno dei nodi della debolezza del giornalismo italiano. Ormai le querele in redazione non si contano: anche se sono fondate sul nulla generano preoccupazioni e spese. Sono diventate un'arma di ricatto o di intimidazione (per l'amor del cielo, non è il caso del mio indecoroso blog) e le proprietà dei giornali preferiscono comunque evitarle, invitando caldamente i redattori ad andarci cauti. Il caso della Rai che ha ritirato la tutela legale a Report è emblematico. Come ha più volte sostenuto il campione di querele Daniele Luttazzi, bisognerebbe introdurre una norma che tuteli anche il querelato: mi chiedi un miliardo di danni? Ok, se hai ragione pago io.Ma se la tua querela è infondata me li dai tu...
Comunque, la foto incriminata sparirà. E pure il post. Anche i bamboccioni in divisa hanno diritto a un po' di privacy!

1 commento:

davide menghi ha detto...

Bah, che dire? Se si iniziasse davvero a fare "se perdo pago, ma se vinco paghi tu", si snellirebbe di molto la pletora di querele del piffero che affolla le cancellerie dei tribunali. Ma poi i poveri avvocati farebbero la fame... Hai fatto bene a non andare a muso duro, di questi tempi qualche euro speso in meno, è guadagnato.