giovedì 14 maggio 2009

Bird strike

Per un giornalista ritrovarsi protagonista (più o meno) di una notizia è sempre un'esperienza singolare. A me è capitato tornando in aereo da Amsterdam. Al decollo un motore ha inghiottito un grosso piccione e quindi l'aereo è dovuto rientrare precipitosamente. 'Paura a bordo' si legge in questi casi con la solita mancanza di fantasia dei cronisti che si affidano a espressioni stereotipate come una coperta di Linus. Che è successo? I passeggeri hanno percepito uno strano rumore in fase di decollo ma nessuno si è particolarmente allarmato. Solo quando il pilota ha annunciato che per motivi tecnici occorreva rientrare, si sono incrociati sguardi perplessi. Quando effettivamente abbiamo toccato terra qualcuno ha perso le staffe, peraltro tra la sorpresa generale. Un tipo molto ganzo, modello giovane manager con pc e rolex al polso, è sbottato: 'No, no, io torno in treno'. Una mamma ha tentato di calmare il bimbo lacrimante: 'Non ci saliamo più su quest'aereo brutto!'. E il solito spiritoso ha salutato così un'hostess: 'Ma questo aereo lo avete comprato di seconda mano?'. Poi, a onor del vero, la compagnia si è scannata per trovare un aereo sostitutivo: il motore è stato sbaragliato da un 'bird strike'. Insomma, un brutto uccello. Siamo ripartiti dopo sei ore e alla fine si sono imbarcati anche quei pochi più impauriti.

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