martedì 6 ottobre 2009

Ricicciami questa



Beata ingenuità! Una volta, nel corso di una visita scolastica in redazione, un mio collega si è sentito domandare da un piccolo alunno: 'Ma perché voi giornalisti mettete sempre delle 'x' in fondo agli articoli che scrivete sul giornale''. Panico. Come rispondere alla domanda più scomoda sulla professione giornalistica? Ci provo io. Il giornalista scrive in uno spazio ben determinato all'interno del giornale (non è che può scrivere tanto o poco a suo gusto, scrive tanto quanto gli è stato richiesto... se esagera gli tagliano il pezzo) ma talvolta, pur inventando o facendo poesia pura, non riesce ad arrivare al completamento del suo spazio (è raro, ma avviene). Allora schiaffa in fondo all'articolo una o due righe di 'x' fino a 'compensare' il pezzo. Insomma, fino a raggiungere la lunghezza desiderata dal caporedattore (e dal rigoroso sistema editoriale, al computer non si comanda). Il pezzo così 'chiude', cioè può essere rilasciato per la tipografia e dunque pubblicato sul giornale di carta. E' ovvio che non può uscire così: starà al poligrafico (l'impiegato ex tipografo, tanto per intenderci) dare gli arzigogolati comandi al computer per allargare il 'corpo' dell'articolo e riempire dunque il fatidico spazio eliminando le 'x'. (Dice: ma perché non lo fa direttamente il giornalista? Perché i due, giornalista e poligrafico, usano lo stesso sistema editoriale, ma il primo non dispone di alcuni comandi per via di vetuste regole sindacali che servono a preservare il secondo dall'estinzione). Ora penserete: ma il direttore, il caporedattore, il caposervizio o un passante qualunque (insomma quello che dovrebbe ricontrollare il lavoro del giornalista) non si accorgono di nulla? Certo, nell'improbabile ipotesi che qualcuno ricontrolli l'articolo (ormai la velocità di lavorazione dei giornali è tale che i pezzi vengono pubblicati praticamente senza filtro, e se ne vedono i risultati) penserà che tocca al poligrafico completare l'opera. E riovviamente quest'ultimo, una volta su due ad esser generosi, non si accorgerà minimamente di quello che gli passa sotto gli occhi (ogni redazione è piena di aneddoti in questo senso: dal titolo 'Il poligrafico è un finocchio' che non desta il minimo interesse, alla richiesta, subito esaudita, di pubblicare sul giornale una lista di nomi che altro non è che l'elenco del telefono...).
Il magma della posta elettronica e delle agenzie, col loro quantitativo industriale di notizie (si fa per dire) sempre disponibili, ha risolto il problema? Insomma, si pensa, c'è talmente tanta di quella roba che l'unico problema è tagliare... Errore, il sonno della ragione continua a generare mostri, come dimostra il ritaglio sopra: un lancio d'agenzia sbattuto on line prima di essere completato e addirittura preceduto dalla probabile indicazione del caporedattore: RICICCIARE, insomma lavorare un po' questa materia prima e poi schiaffarla nelle news del sito... Poi dice che i bloggers parlano male dei giornalisti.

visto in pazzoperepubblica

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